La scossa delle 12.07 di ieri 13 maggio nel territorio campano ha riportato alla memoria le promesse mancate dal governo Meloni sul contrasto al fenomeno del bradisismo. Tutti i nodi politici
I decreti abbondano, l’ultimo è stato approvato dal governo pochi giorni fa e ora è al Senato. Ma mancano le misure concrete. La scossa delle 12.07 di ieri 13 maggio ha riportato alla memoria le promesse mancate dal governo Meloni sul contrasto al fenomeno del bradisismo.
La terra ha tremato proprio mentre il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, era in commissione Ambiente alla Camera per rispondere alle interrogazioni, comprese quelle sulla situazione nei Campi Flegrei.
Il problema è quindi politico. Al momento si contano almeno tre decreti con interventi concentrati sull’area colpita dallo sciame sismico. Eppure non si è visto nulla di concreto.
Procedure lente
Il ministro Musumeci ha firmato solo nello scorso dicembre i provvedimenti per rendere esecutive le norme sui contributi da erogare. Nulla è però stato risolto: le procedure sono farraginose. Era stata prevista peraltro un’analisi di vulnerabilità sia di intere zone che dei singoli edifici.
«Sono tutti compiti ben lontani dall’essere completati. Manca la verifica a tappeto e la lentezza è palese sulle verifiche dell'edificato», dice a Domani il deputato del Movimento 5 stelle, Antonio Caso, che da cittadino dell’area flegrea conosce bene la situazione.
Uno dei nodi è la modalità per presentare le istanze. Secondo il meccanismo ideato dal governo sono i cittadini a doversi mettere insieme e far partire le domande, attraverso gli amministratori condominiali, per i controlli sulla di vulnerabilità degli edifici. Alla fine dell’iter, viene fornita la classificazione sul livello di pericolo.
Anche gli stanziamenti dell’esecutivo sono inadeguati. «Uno degli obiettivi – osserva Caso dei 5 Stelle – è quello di migliorare gli edifici in ottica antisismica. Ma la norma prevede la copertura del 50 per cento degli interventi ed è impiegabile solo per le prime case». Insomma, le risorse sono già di per sé insufficienti e i paletti piazzati dal governo aumentano il coefficiente di difficoltà.
Peraltro, gli sgomberati non ricevono un sostegno per la ricerca di nuovi alloggi. Il caso riguarda in particolare alcuni cittadini che hanno lasciato le loro case quasi un anno fa, il 20 maggio 2024, quando c’è stata un’altra forte scossa. I “contributi di autonoma sistemazione” stanno arrivando, solo che non sono sufficienti.
Nelle zone limitrofe si sta verificando un aumento dei canoni degli affitti, creando un’ulteriore difficoltà. Solo con il decreto varato nei giorni scorsi il governo ha previsto lo stop ai tributi e ai mutui fino ad agosto, ma con un problema: «Dovranno essere pagati a dicembre. In molti avrebbero preferito che questa misura non fosse stata adottata», insiste Caso.
Calo del turismo
E sebbene l’incolumità delle persone sia la priorità, i problemi economici per i comuni flegrei si fanno sentire. Il calo del turismo è stato quantificato tra il 20 e il 30 per cento, ristoratori e commercianti lamentano un peggioramento nelle ultime settimane.
Il governo Meloni non ha previsto interventi straordinari. Le opposizioni, con il M5s in testa, hanno presentato una serie di proposte per compensare la perdita di fatturato.
Ristori sullo stile di quanto accaduto con il Covid per compensare il calo degli introiti. La destra ha respinto al mittente qualsiasi proposta avanzata, compresa la possibile attivazione di una zona franca urbana e del bonus sisma, già attivo per il terremoto centro Italia.
Il cortocircuito è clamoroso: c’è scarsità di vigili del fuoco. Nonostante gli sforzi, non riescono a coprire le richieste di controlli degli edifici.
© Riproduzione riservata