Di fronte ai tanti fatti rilevanti e drammatici che stanno avvenendo in Italia e nel mondo, non si può biasimare chi si disinteressa delle vicende interne del Partito democratico. E tuttavia, la salute di una democrazia rappresentativa richiede un confronto continuo fra le forze politiche al governo e quelle di opposizione che, seppure coprendo ruoli diversi, devono essere organizzate, forti e presenti nel dibattito pubblico.

Per dar voce a tuttə ed evitare che il temporaneo prevalere elettorale di una forza sull’altra si trasformi, come temevano filosofi da Platone a Alexis de Tocqueville, nella tirannia della maggioranza. Oltre a questo principio generale, c’è l’urgenza immediata di opporsi credibilmente a una destra che in pochi mesi di governo ha già dato chiara dimostrazione di cosa sia e di cosa bisogna aspettarsi.

Una destra vilmente forte coi deboli e debole coi forti, che elimina il reddito di cittadinanza, rende più costosa la fruizione della cultura, semplifica la vita a evasori fiscali e riciclatori di denaro, e sancisce la subalternità del paese su tutte le questioni di politica ed economia internazionali. 

Il futuro della sinistra

In tantə, su queste pagine e su altri quotidiani e riviste, si sono espressə su quale debba essere il futuro della sinistra. Ci sembra, tuttavia, che le posizioni si possano dividere in due gruppi: da una parte c’è l’enunciazione di principi generali, a volte anche difficilmente decifrabili – la «vocazione maggioritaria», il «partito degli amministratori», la «disarticolazione del neoliberismo» – dall’altra, invece, domina il “pragmatismo” di chi ritiene che sia prioritario elencare le “cose da fare”, e che spesso ci sia solo un modo di farle, quelle cose, e cioè di seguire il non meglio identificato buon senso: dalle alleanze alla politica del “cacciavite”, delle piccole cose una alla volta e senza necessariamente un legame coerente tra di loro.

Ci piacerebbe pensare a un modo diverso di fare emergere le similarità e le differenze fra le tesi congressuali. Un modo che riveli posizioni precise sulle grandi scelte e posizioni che non solo definiscono le singole politiche, ma la politica, cioè quella visione e prospettiva che guardi lontano e dia una speranza, di cui scriveva Mario Tronti su queste pagine qualche giorno fa.

Un punto nodale di questa prospettiva è se continuare a partire, nell’elaborazione politica, dalle classi benestanti e favorite dall’ordine esistente, o se dar voce, innanzitutto, a tutti i dimenticati alla base della piramide economica e sociale – giovani disoccupati e sottoccupati, lavoratori persi in una giungla di contratti precari e vessatori, un milione e mezzo di minori in povertà assoluta, immigrati e rifugiati classificati alla stregua di carichi merci dall’attuale governo. 

Abbiamo pensato di contribuire al dibattito proponendo dieci domande ai candidati alla segreteria del Pd, che richiedano una risposta allo stesso tempo pratica e indicativa della visione e prospettiva sottostante. Eccole.

  • In questi anni, nella comunità accademica si è affrontato con interesse il tema delle crescenti disuguaglianze e della riduzione della mobilità sociale, che mettono a rischio il principio di uguaglianza di opportunità fino a causare una sfiducia diffusa nel capitalismo democratico. Economisti di primo piano hanno avanzato proposte di tassazione progressiva delle eredità o del patrimonio in genere. Lei sarebbe d’accordo con un aumento dell’imposta di successione nel nostro paese, ad esempio con vari scaglioni e l’esenzione sotto un certo ammontare, e uno spostamento significativo dell’imposizione fiscale dai redditi da lavoro alle ricchezze e rendite da capitale?
  • Se dovesse scegliere, come legislazione del mercato del lavoro, tra il Jobs act del governo Renzi (che puntava sulla diminuzione del costo del lavoro e su una maggiore libertà di licenziare) e la riforma spagnola del mercato del lavoro della ministra Yolanda Diaz nel governo Sánchez (che interviene in maniera drastica per ridurre l’utilizzo di contratti a tempo determinato), quale sceglierebbe? 
  • Con quale di questi provvedimenti si trova più d’accordo: reddito minimo garantito (reddito erogato per le persone in difficoltà economica), reddito di base universale (erogato a tuttə lə cittadinə), lavoro di cittadinanza (lo stato fornisce un lavoro retribuito a chiunque lo voglia)?
  • Le nuove tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale hanno il potenziale di cambiare radicalmente molti aspetti fondamentali della nostra vita: da come otteniamo informazioni per diventare cittadini più consapevoli, a quali opportunità di lavoro ci si presenteranno, a come impareremo a scuola o saremo curati in ospedale. Molti studiosi osservano, tuttavia, che queste tecnologie non sono “neutre”, e possono prendere direzioni che mettano a repentaglio, ad esempio, la qualità dell’informazione che riceviamo e milioni di “buoni lavori”. È favorevole a un ruolo diretto e attivo del settore pubblico, attraverso ad esempio la regolamentazione, la fiscalità e anche la nazionalizzazione, che indirizzi l’attività scientifica e industriale verso lo sviluppo di tecnologie che non sostituiscano, ma migliorino il lavoro umano, e che evitino concentrazioni, controllo dell’informazione, e sorveglianza sui nostri dati personali?
  • Al sindacalista, ambientalista e politico brasiliano Chico Mendes è attribuita la frase «l’ambientalismo senza lotta di classe è solo giardinaggio», per indicare che non si possono separare le politiche per la salvaguardia del pianeta dai temi del conflitto distributivo e della giustizia sociale all’interno di un paese e nei rapporti fra stati. Quanto si trova d’accordo con questa posizione?
  • È favorevole a una riduzione drastica del sostegno finanziario pubblico alle scuole private e paritarie e dello spostamento di queste risorse sulla scuola pubblica; a una regolamentazione più severa sui servizi che un ospedale privato deve garantire per ottenere convenzioni; e all’introduzione di un limite alla quota di ospedali convenzionati in ogni regione, a vantaggio di ospedali pubblici e presidi sul territorio?
  • Lei ritiene che la scuola debba innanzitutto formare al pensiero critico e quindi promuovere anche studi e attività che non hanno ricadute pratiche immediate come la lettura, le lingue classiche o il dibattito o ritiene, invece, che la scuola debba investire di più sulla tecnica e l’inserimento nel mondo del lavoro?
  • Cosa ne pensa delle proposte che l’ex senatore Luigi Manconi ha avanzato per attuare la funzione riabilitativa del carcere e perché, anche nello scontare una pena, si rispettino i diritti umani dei detenuti, proposte che includono pene sostitutive al carcere per molti reati e condanne, e l’abolizione dell’ergastolo?
  • Ancora oggi e nonostante tanti proclami per cambiare le cose, unə bambinə natə in Italia da genitori stranieri, e cresciutə ed educatə nel nostro paese, non ha la cittadinanza italiana. Lei sarebbe d’accordo con l’introduzione dello ius soli, per cui è italianə chi nasce in Italia, indipendentemente dalla cittadinanza dei suoi genitori o allo ius culturae, che conferisce la cittadinanza a chiunque abbia svolto nel nostro paese il suo percorso formativo?
  • Quando lei sarà segretariə ed eventualmente presidente del Consiglio, una persona bisessuale potrà sposarsi allo stesso modo e con le stesse tutele sia con un uomo che con una donna, e adottare figliə?

Lasciamo queste domande qui. Non scommettiamo che riceveremo risposte, anche se un po’ ci speriamo.

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