La riforma del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno dei giudici e dei pm, oggi riceverà il primo via libera del parlamento. Dopo una difficile trattativa tra i partiti, che ha portato a dilatare i tempi di esame, l’aula di Montecitorio ne discuterà a partire dalle 16 per poi arrivare il voto finale. I senatori, invece, se ne occuperanno a partire da maggio. 

Questa è anche la settimana in cui arriveranno i nuovi dati sulle carceri. Come da consuetudine l’associazione Antigone presenta il suo rapporto, “Il carcere visto da dentro”. L’appuntamento è previsto per giovedì.

Presidenzialismo senza chance

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Nonostante manchi meno di un anno alla fine della legislatura, i partiti di Montecitorio, in particolare Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia viva, spingono per proseguire il dibattito sul presidenzialismo. Questa settimana è in programma in aula il vaglio della proposta di legge sull’elezione diretta del presidente della Repubblica.

Si tratta di un provvedimento che modifica la Costituzione e come tale deve seguire un iter rafforzato rispetto alle altre leggi: i passaggi tra Camera e Senato raddoppiano e devono rispettare delle pause temporali di tre mesi. È la cosiddetta “navetta costituzionale”.

I partiti non sono compatti. Pd, M5s e Leu non sono d’accordo con l’introduzione del presidenzialismo, quindi per approvarla serve una maggioranza alternativa rispetto a quella che sostiene il governo. Per questi motivi è improbabile che la legge riesca a entrare in vigore prima delle prossime elezioni.

Legalizzazione della cannabis mai

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È sempre più inverosimile che il parlamento riesca ad approvare anche una legge per legalizzare gli stupefacenti “leggeri”. L’ultima mossa per disinnescare il tema l’ha fatta il presidente della commissione Giustizia al Senato: il leghista Andrea Ostellari ha inserito nel calendario dei lavori una serie di ddl sulla cannabis, nonostante dell’argomento se ne occupi da settimane l’omologa commissione di Montecitorio. 

La prassi parlamentare vuole che le due camere non lavorino sulle stesse tematiche, in modo tale da non accavallarsi. In questo caso, se la legge alla Camera dovesse essere inviata al Senato, in commissione Giustizia si aprirebbe un problema di coordinamento: quale legge dovrebbe avere la precedenza? Un’opzione possibile è la realizzazione di un testo base, che tenga conto sia della legge di Montecitorio sia di quelle del Senato, ma i tempi per metterlo a punto sarebbero molto lunghi.

Fine vita

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La stessa commissione, insieme a quella dedicata alla Sanità, si deve occupare della legge sulla morte medicalmente assistita, il cosiddetto Fine vita, già approvata dalla Camera a inizio marzo. Dopo quasi due mesi, i senatori non hanno fatto passi avanti, complice anche la contrarietà della Lega, che con Ostellari detiene il ruolo guida della commissione. La presidenza ha infatti il potere di accelerare o meno i lavori. Ostellari negli ultimi anni ha dato prova di riuscire a fermare qualsiasi tema inviso al suo partito.

Il provvedimento è in agenda anche questa settimana. Martedì sono stati scelti i relatori, figure chiave nell’esame delle leggi. Uno dei quattro è Simone Pillon, senatore leghista famoso per le sue tesi anti eutanasiche. La sua nomina dà la misura di quanto sarà difficile portare la legge alla conclusione. 

Non solo. In tutto i relatori scelti sono quattro, una scelta molto inusuale rispetto alla prassi parlamentare che solitamente vede al massimo quattro relatori, uno per commissione.

Concorrenza cercansi

I partiti continuano ad avere grandi difficoltà anche nell’esame della legge sulla concorrenza. Se ne occupa il Senato, più precisamente la commissione Industria, gli emendamenti sono stati depositati (oltre mille), ma le votazioni non sono state avviate. 

Martedì alle 17 si svolgerà una nuova riunione di maggioranza per tentare di trovare una mediazione, in particolare sul tema delle gare per i balneari. L’ultimo incontro dei rappresentanti delle forze politiche si è svolto la scorsa settimana: è stato deciso di procedere in un modo inconsueto «applicando un metodo di lavoro comune tra Camera e Senato», ha riferito un funzionario governativo al termine del confronto. 

Questo metodo prevede che i temi della concorrenza vengano suddivisi tra le due camere. Ogni ala del parlamento interverrà solo su argomenti specifici, senza toccare quelli di cui si occuperà l’altra. Nell’ultima riunione è stato deciso anche un calendario dei lavori di massima: a palazzo Madama terminerà l’esame a inizio maggio, alla Camera entro inizio luglio. Un’eventuale terza lettura al Senato si terrà entro la metà di luglio.

Ius scholae e maternità surrogata

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Nel corso della settimana la commissione Affari costituzionali proseguirà l’esame della proposta di legge Ius scholae, ovvero l’acquisizione della cittadinanza per i figli di migranti nati in Italia che hanno frequentato almeno cinque anni di scuola.

Un tema che non trova terreno fertile nella maggioranza, inviso anche a Fratelli d'Italia, così come le norme sulla maternità surrogata all’esame della commissione Giustizia di Montecitorio. La settimana scorsa è stato presentato il testo base che raccoglie le norme di due proposte di legge: una di Mara Carfagna (Forza Italia) e una di Giorgia Meloni, leader di FdI. 

Bullismo e cognome dei figli

I deputati si occupano delle statistiche in tema di violenza di genere. Il provvedimento è all’ordine del giorno dell’assemblea, che ne discuterà martedì in mattinata.

Mentre al Senato, le commissioni Affari costituzionali e Giustizia, proseguono il lavoro sulla proposta di legge sul bullismo. È stato formato un comitato ristretto, con meno senatori rispetto ai membri delle commissioni, per lavorare a un testo base dal quale far partire l’iter legislativo. La stessa commissione discute i disegni di legge per istituire la giornata nazionale in memoria degli immigrati vittime di odio razziale e sfruttamento, quella per le vittime dell’amianto e il tema del cognome da dare ai figli.

Profughi ucraini

Refugees walk at the border crossing in Medyka, southeastern Poland, after fleeing the war from neighbouring Ukraine, Sunday, March 27, 2022. (AP Photo/Sergei Grits)

Oltre al decreto Ucraina bis all’esame del Senato, il parlamento dibatte sulle risorse da mettere in campo per bambini e ragazzi ucraini che vengono inseriti nel nostro sistema scolastico. Se ne occupa la commissione Cultura a Montecitorio. I partiti hanno depositato due risoluzioni che, se approvate, impegneranno il governo a provvedere agli stanziamenti economici. Mercoledì sera la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, sarà ascoltata dalla commissione Infanzia proprio su questo tempa.

Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia, invece, continuano a discutere del progetto del gasdotto EastMed, anche in questo caso attraverso delle risoluzioni.

L’uscita dal Monte dei Paschi

Martedì il ministro dell’Economia Daniele Franco è intervenuto nella commissione parlamentare sul sistema bancario per parlare di Mps e della Popolare di Bari. «Il Mef, come investitore paziente, deve prestare la massima attenzione affinché i piani e le strategie ed eventualmente l’uscita dello stato avvenga in modo sostenibile per aziende e per sistema economico», ha detto il ministro.

Il ministero sta negoziando una «congrua dilazione» con la Commissione europea sui tempi di dismissione delle quote rispetto al termine di fine 2021. Per Mps questo accadrà «solo dopo la realizzazione dell’aumento capitale e dopo l’avvio delle iniziative di contenimento dei costi e miglioramento dell’efficienza definite dal piano industriale». I tempi di dismissione, quindi, «dipenderanno dai progressi su questi due profili».

Il caso Petrocelli

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In settimana il Movimento 5 stelle procederà con l’effettiva espulsione di Vito Petrocelli. Il senatore e presidente della commissione Esteri di palazzo Madama, alla vigilia del 25 aprile, si è fatto beffa della Resistenza augurando su Twitter «buona festa della LiberaZione a tutti», utilizzando la Z simbolo dell’esercito di invasione russo. 

«Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 stelle», ha scritto poco dopo il presidente Giuseppe Conte. Il senatore dalle posizioni filoputiniste, dal 16 aprile ha deciso di non votare più con la maggioranza. Il senatore, però, non è intenzionato a lasciare la presidenza della commissione Esteri.

Nota politica

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Il viaggio del presidente del Consiglio Mario Draghi in Ucraina sarà rinviato di qualche giorno a causa della positività al Covid. Fonti di palazzo Chigi fanno sapere che la visita sarà programmata nei prossimi giorni, probabilmente per la prossima settimana.

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