I senatori della Lega hanno occupato l’aula come forma di protesta contro l’approvazione del decreto Immigrazione che elimina i precedenti decreti “Sicurezza”, noti anche come “decreti Salvini”, approvati dal primo governo Conte e proposti dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il caos al Senato è scoppiato mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, tentava di pronunciare la formula per porre la fiducia sul nuovo decreto. Il ministro è stato avversato dalle urla dei senatori delle opposizioni e il presidente di turno, Ignazio La Russa, ha interrotto i lavori. Diversi parlamentari del Carroccio si sono poi riversati sui banchi del governo. I leghisti accusano il governo di non avere dato la possibilità di discutere in aula il nuovo provvedimento. 

Tra «squadrismo» e «aggressioni»

Il presidente della commissione Affari costituzionali al Senato, Dario Parrini, ha commentato il gesto dell’opposizione definendolo «Un vile atto di squadrismo parlamentare tollerato (chissà perché trattandosi di squadrismo, ma a ben pensarci si può anche immaginare il perché) dal presidente di turno Ignazio La Russa». A sua volta il senatore di Fratelli d’Italia ha detto di avere intenzione di «regalare un manuale sul regolamento del Senato» a Parrini.

La senatrice della Lega, Simona Pergreffi, ha invece accusato il capogruppo Pd, Andrea Marcucci, di averla colpita «con una gomitata in pieno petto» mentre insieme con il suo gruppo scendeva «per protestare contro il colpo di mano dell'imbarazzante ministro D'Incà, che pensa di poter disporre del dibattito parlamentare a suo piacimento fino ad abrogarlo».

La presidente del gruppo misto, Loredana De Petris, è rimasta coinvolta dalla bagarre. «Sì ho avuto qualche problema, capita: una spintonata, una botta brutta». Per lei quello che è accaduto «è stata una cosa molto pesante - dice all'AGI l'esponente di Leu - una violenza incredibile». De Petri però non ha dubbi sulla prosecuzione dei lavori del Senato: «Il decreto sta per scadere e noi lo vogliamo approvare, il governo ha posto la fiducia e ora bisogna procedere in un modo o nell'altro».

Le proteste precedenti

Anche ieri senatori leghisti avevano occupato l’aula per rallentare l’iter dei lavori di approvazione della legge. il leghista, Roberto Calderoli, aveva detto che il suo gruppo si sarebbe «inventato l’inverosimile» per bloccare l’approvazione del decreto che elimina una delle bandiere leghiste della passata esperienza governativa. Anche alla Camera si erano verificati momenti di forte tensione dopo che i deputati leghisti avevano srotolato uno striscione con su scritto «stop al decreto clandestini».

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