La ministra delle Riforme, Elisabetta Alberti Casellati, non riesce nemmeno a riformare il suo partito in Basilicata, dove da pochi mesi è stata nominata coordinatrice. Una sorta di cambiale dell’elezione blindata ottenuta in quel territorio. Insomma, deve rimettere mano alla Costituzione, ma rischia l’implosione degli azzurri in terra lucana con effetti a cascata sulla giunta regionale, guidata da Vito Bardi di Forza Italia. A cominciare dalle tensioni sull’approvazione del bilancio, un passaggio per scongiurare la fine anticipata dell’esperienza amministrativa. L’ex presidente del Senato non sta vivendo il suo miglior momento della carriera politica.

Dopo la bocciatura delle aspirazioni quirinalizie di inizio 2022, impallinata dal suo stesso partito, nella nuova legislatura è stata chiamata a gestire il delicato dossier delle riforme. A pochi mesi dall’insediamento è scattato l’implicito commissariamento: le è stato concesso un primo, quanto infruttuoso, giro di consultazioni con le forze di opposizione a gennaio. L’impegno era quello di aggiornarsi.

Solo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, scortata dal fido sottosegretario, Alfredo Mantovano, ha avocato a sé il dossier, mettendosi a capo del tavolo di confronto. Casellati non ha avuto scelta se non ingoiare un ruolo da comprimaria. E mentre a Roma le cose non vanno bene, nella sua terra d’elezione vanno pure peggio.

Da Padova a Potenza

Lei, veneta di Padova (nata a Rovigo), è stata paracadutata nel collegio uninominale del Senato in Basilicata: un posto blindato alle ultime elezioni. In cambio i vertici del partito di Silvio Berlusconi hanno chiesto una mano a risistemare Forza Italia in Basilicata. Si tratta di un territorio a cui gli azzurri tengono particolarmente: alle politiche hanno ottenuto il 9 per cento, più della media nazionale.

Ecco che quindi Casellati, a marzo, è stata nominata coordinatrice regionale lucana al posto del commissario Giuseppe Moles, che con la morte del suo mentore politico, Antonio Martino, ha perso il nume tutelare nel partito. Un atto di fiducia verso la ministra, certo, e allo stesso tempo un incarico che richiede responsabilità. Il primo bilancio è magro. L’ex presidente del Senato non riesce a disinnescare la polveriera, come non esitano a definirla i dirigenti locali. Si racconta, peraltro, che non sia in cima ai suoi pensieri, perché preferisce stare sui tavoli romani.

Il dossier più caldo è la nomina dell’assessore alle Politiche agricole e forestali, che in una regione a vocazione agricola come la Basilicata è molto delicato. Non ha l’appeal di una riforma della Costituzione, ma serve a tenere unito il partito.

La casella è vuota dallo scorso ottobre dopo le dimissioni di Franco Cupparo, coinvolto in un’inchiesta sulla sanità lucana. Le buone intenzioni del partito si sono infrante contro una realtà frammentata. Quasi un mese fa, il 21 aprile, la ministra faceva professione di ottimismo sul completamento della giunta: «Spero che la prossima settimana, o la successiva, ci sarà il nuovo assessore all’agricoltura di Forza Italia, che, da sempre, nella nostra coalizione rappresenta l’equilibrio e la moderazione». Fatto sta che è ancora tutto fermo.

Snodo Casino

L’oggetto della contesa è il nome dell’ex deputato Michele Casino, scelto da Casellati come assessore, contro la volontà della gran parte degli azzurri in Basilicata. Tanto da rendere concreta una possibile scissione di Forza Italia in salsa lucana.

Il profilo di Casino è quello del politico molto ruvido nei modi. Non a caso è spesso al centro di ironie social e mediatiche, obiettivo pure della satira di Propaganda live, il programma di Diego Bianchi. Divenne un caso l’intervento in campagna elettorale alle comunali di Matera, quando si rivolse all’amministratore di un gruppo Facebook, che lo aveva bannato. «Paolo, dimmi cosa ti hanno promesso?», ripeteva Casino dal palco rivolgendosi all’interlocutore, Paolo Irene, con tono adirato.

Al netto delle gaffe pubbliche, l’ex deputato ha saputo coltivare i rapporti con Casellati, convincendola che lui è il profilo giusto per la posizione di assessore, nonostante il malcelato scetticismo di Bardi.

Il passaggio denota lo scarso confronto tra la ministra e il territorio. Tanto che, a poche ore dall’approvazione dei bilancio, due consiglieri regionali forzisti, Franco Piro e Dino Bellettieri, insieme a un ex consigliere, Vincenzo Acito, hanno convocato una conferenza stampa in cui si potrebbe sancire la definitiva spaccatura.

Per capire il clima, Acito ha spiegato che sarà presente all’appuntamento «non solo per testimoniare la vicinanza a Bellettieri e Piro, ma anche per confermare ulteriormente, con questa azione, di voler prendere le distanze da questa Forza Italia». Uno spartito che è cambiato quando, prima dello sbarco di Casellati in Basilicata, scriveva: «Dov’è Forza Italia in questa regione?». La risposta arriverà dalle prossime tornate elettorali. Quello che resta è il quadro di una ministra che deve riscrivere la Costituzione italiana ma arranca con la gestione della Forza Italia lucana.

© Riproduzione riservata