Andrea Casu (deputato Pd, ndr), ora il ministro Salvini accetta di venire alle Camere per parlare del caos treni e voi non lo volete più ascoltare?

Fino alla scorsa settimana Salvini e Meloni hanno fatto finta che il caos non ci fosse. Il ministro non si è presentato in commissione; da quest’estate chiediamo un'informativa urgente, mai accettata. Ora hanno capito che non è più possibile negare il problema e hanno cambiato strategia. Ma se Salvini viene in Parlamento ci aspettiamo che sia finalmente disponibile ad aprire un vero dibattito sui temi di sua diretta competenza. Ci sono troppi problemi aperti per poter essere affrontati in un question time di tre minuti. E comunque, se come dice Salvini la questione è diventata un tema di sabotaggi e sicurezza nazionale, su questo non può essere lui a rispondere, tocca al ministro degli Interni Piantedosi.

Lei non crede ai sabotaggi?

Se ci sono responsabilità devono essere accertate e punite. Ma senza elementi solidi, è pericoloso far passare questo messaggio: se ogni singolo guasto diventa un totale disastro sulla rete, la problematica si allarga. A meno che non si sostenga che c’è una rete capillare di sabotatori che opera in ogni città. La scorsa settimana abbiamo contato una media di oltre 20mila minuti di ritardo al giorno per guasti di natura diversa e in punti diversi della rete. La giornata di oggi è iniziata con quattro guasti. È chiaro che a monte c'è l’assenza di manutenzione programmata, il sovraccarico della rete, le scelte stratificate e che Salvini e Meloni non hanno affrontato per tempo.

In altre parole: è pericoloso far passare l’idea che singole azioni, presunte, possano avere conseguenze così disastrose?

Già ai tempi del famoso chiodo Salvini fece questo errore: prima di aver accertato le cause di quello che era successo fece passare il messaggio che era sufficiente un chiodo per bloccare l'Italia. Se il messaggio che la rete non è sicura, oltre ad allontanare milioni di persone dai treni, che è già un danno, rischia di accendere l'attenzione di persone che cercano visibilità.

Non dare idee alle teste calde?

In assenza di casi accertati, intanto è indispensabile lavorare per la sicurezza della rete. Ci sono questioni che vanno affrontate a monte: i cicli manutentivi, la qualità delle apparecchiature, il rispetto delle norme, la corretta osservanza delle procedure. Anche in Italia serve la “just culture”: da noi il problema della rete viene segnalato solo se dà conseguenze, mentre in altri paesi viene segnalato anche quando va vicino al dare conseguenze, cosa che aiuta la prevenzione. Tutte cose su cui il governo non risponde. Come sulla trasparenza sui dati: noi contiamo in minuti di ritardo giornalieri dai singoli treni, ma non è possibile avere un dato complessivo ufficiale sui ritardi nel paese. Se esiste un tema di sicurezza, l’affronti Piantedosi, ma non si può rimuovere il fatto che le ferrovie non stanno funzionando.

Intanto si esaspera chi viaggia.

Perché anche sulla gestione delle informazioni e dell’assistenza siamo al disastro. Spesso i dati che si leggono nelle stazioni non sono gli stessi delle App. Da mesi chiediamo che sia garantito il rimborso automatico dei treni cancellati: con un click, come l'acquisto del biglietto. Ci hanno risposto che il rimborso può essere più facile, ma sempre con ulteriore sbattimento dei passeggeri. Anche questo non c’entra con i fantomatici sabotaggi. E infine, crescono le aggressioni contro il personale front-line: sono 100mila lavoratrici e lavoratori che si trovano a gestire i disagi dei viaggiatori. Se a fronte di un ritardo passa l'idea che a bordo c’è un sabotatore, sicuri che non si espongano questi lavoratori a ulteriore insicurezza?

Ferrovie dello Stato ha fatto un esposto contro il sabotaggio.

Lo ha fatto solo la scorsa settimana. Delle due l’una: o tutto quello che è successo in questi mesi, da quest’estate a Natale, non è imputabile al sabotaggio, e allora è un auto-esposto con cui Ferrovie denuncia che fino a qui i problemi erano colpa loro; oppure ci aspettiamo seguano elementi, perché l'esposto pone solo domande.

Dire che con un lucchetto fuori posto si blocca il paese può mettere in moto uno svalvolato?

Secondo lei le trasmissioni che hanno dato enfasi a Fleximan hanno contribuito al proliferare di azioni nei confronti degli Autovelox? Esiste un rischio di emulazione, e proprio per questo serve grandissima responsabilità: se ci sono problemi devono essere affrontati con la massima urgenza. Con i milioni di viaggiatori che ogni giorno salgono sui treni non si scherza, non si possono sparare complotti senza rendersi conto che queste ipotesi generano ancora più insicurezza.

Per la Lega qualcuno cerca di fermare Salvini organizzando una “rivolta sociale”.

La Lega è il partito che è stato più a lungo al governo in queste due ultime legislature. Si assuma le sue responsabilità con i cittadini che chiedono il diritto alla mobilità. Se cresce l’insofferenza fra passeggeri per un servizio che peggiora giorno dopo giorno è perché è il suo ministro che crea le condizioni di un peggioramento del clima sociale.

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