La cacciata di Marino e le primarie nella Capitale

C’è il fantasma del «fattaccio» nel voto dei gazebo di Roma

Ignazio Marino\\u00A0in una conferenza stampa Foto LaPresse
Ignazio Marino\\u00A0in una conferenza stampa Foto LaPresse
Ignazio Marino in una conferenza stampa Foto LaPresse
  • L’ex sindaco alle primarie sosterrà il suo ex assessore Caudo. La vicenda del 2015 pesa ancora nello scontro. E Virginia Raggi va a caccia dei dem delusi: «I suoi  lo hanno sfiduciato  con un gesto vergognoso».
  • Sulla vicenda ci si divide ancora come fra romanisti e laziali. Uno strappo irricucibile: da una parte chi definisce «ingiuria democratica» la scelta dei consiglieri che si dettero appuntamento dal notaio per dimettersi. Dall’altra quelli del Pd di allora e di adesso per i quali «Marino era inadeguato».
  • Lui: «Il Pd dovrebbe riconoscere di aver commesso un omicidio politico dettato da arroganza e sete di potere». Il 3 giugno sarà a Tor Bella Monaca, dove la libraia, ex renziana, corre per la presidenza del Municipio VI.

Lui, l’ex sindaco Ignazio Marino «marziano», torna dallo spazio - in realtà torna da Philadelfia dove il chirurgo oggi lavora alla Thomas Jefferson University come senior vice president per gli Affari Strategici – per dare la benedizione al suo ex assessore Giovanni Caudo, candidato alle primarie del centrosinistra romano: «Lo voglio sostenere», ha scritto sui social, «perché sa integrare la sua visione urbanistica con tutte le necessità: dai trasporti ai servizi scolastici, che sono necessari

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Ignazio Marino in una conferenza stampa Foto LaPresse

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