Nel pomeriggio il quasi ex candidato presidente della Basilicata Angelo Chiorazzo, da Potenza, pronuncia parole sibilline: «Non c’è sintesi, non c’è accordo ma c’è un dialogo aperto». Il riferimento è appunto al “dialogo” con Pd e M5s per un nuovo nome, gradito al movimento. In quel momento Chiorazzo era in un’iniziativa da tempo programmata, alla sede del suo comitato elettorale, intitolato: «Per far crescere la Basilicata serve la forza delle donne». 

«Io non ho fatto alcun nome», ha assicurato ai cronisti. Che abbia fatto nomi o no, da altre fonti però arriva con insistenza un nome, e guarda caso proprio di donna. Sarebbe Viviana Cervellino, sindaca di Genzano di Lucania. E molto vicina a lui.

Il passo indietro

Il nome di Cervellino filtra dopo un’intera giornata di riflessione per per Elly Schlein, ma soprattutto per Giuseppe Conte. Lunedì Chiorazzo a Roma ha visto la segretaria Pd e il leader del Movimento Cinque stelle, che sulla sua candidatura ha messo il veto; un veto derivante dalla base grillina lucana, che considera Chiorazzo «il re delle coop bianche» e non gli perdona un’antica vicenda giudiziaria, finita peraltro nel nulla.

Chiorazzo, sottoposto al pressing del Pd nazionale, ha accettato di fare un passo indietro. In cambio, ha ottenuto una “golden share”, anzi di più: la facoltà di proporre un nome che sia «di sintesi», cioè potabile per M5s oltreché per il Pd, ma anche gradito al suo movimento, Basilicata Casa Comune.

Nel pomeriggio sono arrivati rumors che riferivano che la scelta fosse caduta sul sindaco di Castelmezzano Nicola Valluzzi. Poi il nuovo contrordine: la prescelta sarebbe Viviana Cervellino. 

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