È Roberto Calderoli il nuovo ministro degli Affari regionali e delle Autonomie. Una nomina che non stupirebbe di certo visto il trascorso politico del leghista. 

Chi è Roberto Calderoli

Roberto Calderoli comincia la carriera politica un decennio dopo la laurea in Medicina e nel 1992 si candida alle elezioni politiche con il Popolo delle libertà, risultando eletto alla Camera. L’anno successivo fonda, insieme ad altri, la Lega Nord, con cui sarà eletto deputato fino al 2001. Da quel momento in poi sarà eletto in ogni tornata elettorale al Senato, di cui nel 2001 sarà vicepresidente. 

La riforma elettorale e il Porcellum

Nella stessa legislatura – quella che va dal 2001 al 2006 – è tra i firmatari del disegno di legge elettorale che sarà poi conosciuto come Porcellum. Intervenuto a Matrix, Calderoli definisce quella legge una “porcata”, espressione che darà il suggerimento al politologo Giovanni Sartori di rinominarla, appunto, Porcellum. La Corte costituzionale nel 2013 dichiara questa legge elettorale incostituzionale. 

Durante lo stesso periodo, Calderoli propone una riforma costituzionale mirata a dare più poteri alle regioni, ma un referendum la boccia.

Le invettive di Calderoli

Dalle prese di posizione contro gli omosessuali, agli insulti razzisti a Cécile Kyenge fino alle offese contro i musulmani e i meridionali. Se c’è un campo in cui Roberto Calderoli non ha rivali è proprio quello delle invettive e dell’aggressività verbale. In più di un’occasione definisce la religione musulmana una non-civiltà e l’islamismo moderato una chimera. Gli immigrati? «Sono bingo bongo», sentenzia in tono offensivo Calderoli.

Un insulto razzista simile a quello rivolto alla deputata dem Cécile Kyenge, definita dal leghista un “orango”, un appellativo che gli è valsa anche una condanna per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Le condanne in primo e secondo grado vengono poi annullate dalla Cassazione, perché non gli era stato riconosciuto il legittimo impedimento a comparire in udienza per motivi di salute. Il senatore, inoltre, durante una trasmissione televisiva su La 7 si rifiuta di parlare con Rula Jebreal. «Non rispondo a una signora abbronzata», dice. 

Calderoli non si è mai risparmiato neanche nei confronti degli omosessuali, verso i quali sono rimaste nella memoria due invettive del gennaio 2006: «La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni», disse, rincarando la dose qualche giorno dopo «Questi culattoni hanno nauseato. Pacs (unioni civili, ndr) e porcherie varie hanno come base l'arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei culattoni sono fuori luogo e nauseanti». 

Rispondendo al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che aveva definito la gente del sud «buona e intelligente», Calderoli insorse dicendo che quella frase era «razzista nei confronti del resto della popolazione». Calderoli si è sempre detto favorevole alla reintroduzione della pena di morte per i pedofili e alla castrazione chimica.

Gli scandali

Nel 2007 viene iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di appropriazione indebita nell’ambito dell’indagine sui comportamenti del banchiere Giampiero Fiorani e di Antonveneta.

Nel 2009, quando era ministro della semplificazione normativa, ha annunciato di aver soppresso 29mila leggi considerate inutili, il cui mantenimento costava 2mila euro all'anno. Il risparmio, secondo Calderoli, sarebbe stato di 58 milioni di euro l’anno. L’anno successivo ha bruciato 150 scatole piene delle leggi abrogate. A questa eclatante dimostrazione rispose il giornalista Sergio Rizzo: «eliminare migliaia di leggi inutili perché “esauste”, che cioè hanno esaurito la propria funzione e quindi non sono più concretamente vigenti, anche se formalmente continuano a essere in vigore, è un'operazione di per sé inutile. Anche la legge che le elimina può quindi essere considerata una legge inutile».

Nel 2011 Calderoli viene indagato per truffa ai danni dello stato in riferimento all’uso di un aereo di stato il 19 gennaio 2011 per viaggiare da Roma a Cuneo e ritorno, motivato con “comprovate e inderogabili esigenze di trasferimento connesse all'esercizio di funzioni istituzionali” ma utilizzato per altri scopi. Il senato ha negato alla procura l’autorizzazione a procedere e il fascicolo è stato archiviato.

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