Il tesoriere della Lega, Alberto Di Rubba, da due mesi amministratore federale del Carroccio, è stato condannato a due anni e dieci mesi per peculato, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e una confisca di 38mila euro. La sentenza è stata emessa dal gup di Milano Natalia Imarisio in una tranche dell'inchiesta sulla Lombardia Film Commission. Di Rubba, ex presidente della Lombardia Film Commission appunto, ed ex direttore amministrativo del partito in Senato, aveva già un’altra condanna, ma finora non ha visto concludersi la sua ascesa politica.

Di Rubba non è l’unico uomo della galassia di Matteo Salvini coinvolto in questa vicenda, con lui il commercialista Andrea Manzoni, socio di studio e in passato revisore contabile dei gruppi parlamentari della Lega. Manzoni è imputato con altre persone di bancarotta fraudolenta aggravata della società New Quien, dichiarata fallita dal tribunale Di Milano il 16 marzo 2021. Per lui il processo si aprirà il prossimo il 23 novembre 2023 davanti alla terza sezione penale del Tribunale.

Di Rubba, avendo scelto il rito abbreviato, è stato oggi condannato e, in attesa delle motivazioni tra 90 giorni, è stato condannato anche il presunto prestanome del caso, Luca Sostegni, la cui pena in rito abbreviato è stata portata a 6 anni in continuazione con il patteggiamento del filone principale. L’ex commercialista di fiducia della Lega, Michele Scillieri, e suo cognato, Fabio Barbarossa, hanno chiesto di patteggiare. A ottobre ci sarà l’appello.

La storia

Di Rubba e Manzoni erano stati già condannati insieme rispettivamente a 5 anni e 4 anni e 4 mesi per la compravendita di un capannone a Cormano.

Entrambi erano stati accusati di aver distratto dalla regione Lombardia quasi 1 milione di euro tramite la compravendita immobiliare effettuata da Lombardia film commission, quando Di Rubba era presidente nominato dalla giunta leghista di Roberto Maroni. Quei soldi erano stati versati dalla fondazione a una società del giro dei commercialisti e poi finiti ad altre aziende sempre della galassia dei leghisti.

La commissione di inchiesta

Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito democratico in Regione, chiede di intervenire. La vicenda della Lombardia Film Commission, dice in una nota, «è un vero scandalo lombardo e la condanna dell'ex presidente di Rubba, uomo dei conti della Lega, ne è l’ennesima conferma» .

Il Pd in Regione - continua - ha chiesto conto delle incongruenze relative all'acquisto del capannone che funge da nuova sede dell'ente «e per anni la Giunta Fontana e la Lega hanno alzato una scandalosa cortina fumogena, negando e sminuendo ciò che appariva chiaramente come un’operazione discutibile».

Ora «chiederemo una commissione d'inchiesta, a costo di farla da soli, per smascherare il sistema di potere che ha portato ai reati alla base le diverse condanne, avvenuti a danno dei lombardi», conclude Majorino.

La consigliera dem Paola Bocci, che ha seguito il caso in passato, chiede alla regione trasparenza sulla Lfc: «Come sempre abbiamo fatto in questi anni, documentando e circostanziando le nostre denunce sulla mala gestione, pretendiamo  trasparenza e che si chiuda definitivamente il periodo del  malaffare e finalmente la Fondazione si dedichi a quel lavoro che da tempo chiediamo che faccia».

All’ennesima condanna Di Rubba «ci chiediamo se finalmente Regione Lombardia abbia aperto gli occhi e abbia compreso gli errori reiterati di piazzare personaggi impresentabili in ruoli chiave su enti da lei partecipati».

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