La situazione dei contagi è fuori controllo, con un’impennata di 15 mila casi di Covid 19, e fuori controllo è anche la regia di palazzo Chigi. In questo contesto, dalla presidenza del Consiglio arriva una precisazione, dopo che il Corriere della Sera ha pubblicato la notizia di un calo del gradimento del presidente Giuseppe Conte: nessun calo, il gradimento del premier nei sondaggi è stabile da mesi e altissimo, più alto di quello di ogni suo predecessore. Per gradimento si intende il giudizio degli italiani sull’operato del premier.

Altissimo, invece, significa che gode della fiducia del 63 per cento dei cittadini, tallonato a distanza dal ministro della Salute, Roberto Speranza, con il 39 per cento. A fotografare la situazione è un sondaggio di Ipsos, commissionato dalla stessa presidenza del Consiglio e datato 16 ottobre: esattamente due giorni prima del Dpcm presentato domenica scorsa, in cui il premier ha scelto la strada dell’intervento blando, senza assumersi direttamente la responsabilità di misure contenitive drastiche ma scaricando sulle regioni e sui sindaci l’onere di interventi specifici per arginare l’epidemia.

Proprio questa decisione gli si sta ritorcendo contro: Campania, Lombardia e Lazio hanno introdotto il coprifuoco serale in modo autonomo, i sindaci protestano per lo scaricabarile non preventivato e chiedono di avere maggiori forze di polizia per rendere effettive le misure di lockdown localizzato.

Le tappe

Ripercorrendo le mosse di palazzo Chigi: il 16 ottobre un sondaggio rassicura palazzo Chigi che Conte è il leader più apprezzato dagli italiani; domenica 18 il premier ottobre emana un Dpcm che sottovaluta la crescita esponenziale dei contagi, i casi continuano a salire, la Lombardia annuncia subito il coprifuoco (parola poco amata dal presidente del Consiglio) e così si arriva alla giornata convulsa di mercoledì: si rincorrono le ipotesi della necessità di dover ricorrere a un nuovo Dpcm vista l’aggravarsi della situazione, ma palazzo Chigi smentisce e anzi prova a mandare segnali rassicuranti parlando di «ipotesi che non trovano alcun fondamento allo stato attuale, perché è tutto vincolato all’andamento della curva epidemiologica».

Due ore dopo, però, proprio quella curva certifica che in 24 ore i casi sono passati da circa 10mila a oltre 15mila. A confermare lo stato di difficoltà in cui si muove il governo è stato l’intervento dello stesso Conte sul nuovo Dpcm per il contenimento dei contagi.

«Nelle prossime settimane dovremo rimanere ben concentrati. Il nemico non è stato sconfitto», ha detto il premier, che però si è trovato nella strana posizione di presentare davanti al parlamento misure di contenimento del virus già vecchie, perché superate da quelle messe in campo dalle regioni, che stanno adottando interventi ben più stringenti di quelli contenute nel Dpcm. Tuttavia, assicura palazzo Chigi, la fiducia personale dei cittadini nei confronti di Conte è altissima.

L’effetto “rally”

È impossibile dire in che misura le mosse del premier siano state condizionate dalla sua ricerca di consenso personale e quanto il sondaggio Ipsos lo abbia convinto che fosse più pagante mantenere il profilo di questi ultimi mesi e dunque di delegare ad altri le scelte dure di imporre limitazioni ai cittadini e alle imprese.

Certo è però un elemento, nella lettura di tutti i sondaggi: in inglese si chiama effetto “rally ’round the flag”. Con questo termine si indica un fenomeno politico già avvenuto in passato, durante fasi di emergenza. Il sostegno popolare di breve periodo premia i leader politici che governano durante periodi di crisi.

Sta succedendo anche ora, ovunque nel mondo: secondo i dati Morning Consult descritti dall’Economist, i principali politici (tra i quali non è presente Giuseppe Conte) hanno goduto di un aumento medio di nove punti percentuali sul proprio tasso di approvazione da quando, l’11 marzo scorso, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la pandemia globale.

Trend di gradimento

Che questo dato sia applicabile anche a Conte è dimostrato dal trend del suo gradimento fotografato dai dati dell’istituto Piepoli: a inizio lockdown, in marzo, la fiducia nel premier è passata dal 50 per cento, ha raggiunto un picco del 70 per cento ad aprile, a fine lockdown, in maggio, è scesa al 68 per cento e ora è al 62 per cento.

La storia insegna anche un’altra lezione: la fiducia elevata conquistata molto velocemente è volatile, soprattutto se legata a fattori contingenti ed eccezionali come una pandemia, mentre le recessioni economiche sono molto costose in termini di riscontro elettorale. L’analisi dei sondaggi sul gradimento del premier, tuttavia, è un elemento del tutto laterale rispetto alla pandemia in corso.

Proprio l’affidarsi all’indicatore di gradimento personale di Conte rischia di essere il limite di palazzo Chigi: l’accentramento mediatico, anche in chiave di ritorno personale, nella figura del presidente del Consiglio e nell’utilizzo dei Dpcm come strumento di intervento ha pagato dal punto di vista dei sondaggi, ma non nella gestione concreta di questa seconda fase dell’emergenza.

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