«Per quanto riguarda il riarmo noi del Movimento 5 stelle siamo stati chiari», poi una grossa scritta che recita «NO». È questa la sceneggiatura di uno degli ultimi video TikTok di Giuseppe Conte, accompagnato dal sound Oh No dell’utente Kreepa. Il resto del messaggio arriva dopo il “No” a caratteri cubitali: «Sicuramente le priorità che stanno a noi a cuore sono la perdita del potere d’acquisto, il caro bollette, la difficoltà per tante imprese di arrivare a fine mese, per tante famiglie. Questo vale per le persone abbienti ma anche per il ceto medio».

I commenti variano da «Grande bro» a «Sei troppo fashion», ma c’è anche chi esprime l’entusiasmo con emoji a forma di cuore e applausi, oltre a chi si dice deluso e tradito dal Movimento. 

Il presidente del Movimento 5 stelle è solo l’ultimo leader politico che si è aggregato alla piattaforma cinese dei minivideo: dalla settimana scorsa, ne sono stati pubblicati quattro sul suo nuovo account giuseppeconte_it. 

Il primo è un semplice estratto dalla sua intervista a Otto e mezzo con Lilli Gruber. Il secondo sposa appieno i linguaggi del social sfruttando il sound Roar di Peter Spacey, che in genere accompagna video in cui il protagonista vuole far bella figura. Lo scopo è proprio quello: «Quando mi domandano», si legge, poi Lilli Gruber continua «Pronto a un governo con Giorgia Meloni?» La risposta di Giuseppe Conte è un secco «Non scherziamo», accompagnato da un sorriso ironico che il regista del video si preoccupa di mostrare due volte, la seconda al rallentatore. 

Un minivideo è dedicato anche alle celebrazioni del 25 aprile, quando Conte ha deposto dei fiori al Quadraro per ricordare il rastrellamento che vi ebbe luogo. Accompagnato dalle parole dell’ex premier sul significato del ricordo, il video si conclude con un’inquadratura in cui dice: «Buona festa!»

Per ora, il profilo non ha sfondato, i follower sono poco meno di tremila, i like oltre 13mila. Uno solo il profilo seguito, quello del Movimento, dove però si recuperano solo due estratti dalle interviste di Conte (a cui secondo gli autori viene “impedito” di rispondere) e un video del vicepresidente Riccardo Ricciardi che spiega che «Conte e il M5s danno fastidio non perché filoamericani, filorussi o filocinesi o sciocchezze simili. Danno fastidio perché sono filoitaliani». 

L’esperienza di Salvini

Il profilo del leader della Lega è l’unico altro leader di partito che si è creato un profilo sulla piattaforma cinese. Attivo fin dal 2019, è arrivato a 390mila follower e 4,5 milioni di like. Soprattutto nei primi contributi, Salvini aveva cercato di recuperare alcuni dei trend più in voga nel periodo, con video ironici sullo schiaffetto del papa alla credente di piazza San Pietro a inizio 2020 e post in cui si mostrava con la sua compagna Francesca Verdini.

In pandemia, strizzando l’occhio al pubblico piuttosto giovane del social, il senatore aveva cavalcato la polemica dei banchi a rotelle, postando video ironici sull’allora ministra dell’Istruzione Cinque stelle Lucia Azzolina. Poi, contenuti di vario tipo: un video in cui saluta le mucche in spiaggia, un altro in cui esulta per la vittoria dell’Italia agli europei. Ultimamente Salvini usa poco TikTok, ma risale a ieri un contributo che lo immortala mentre si fa selfie insieme a un gruppo di ragazzi nei pressi del Senato. Didascalia: un’emoji che ha le lacrime agli occhi per la commozione. Colonna sonora: un pezzo di pianoforte. 

All’estero

TikTok non ha ancora pienamente convinto i politici com’è accaduto invece per i concorrenti Meta (Facebook e Instagram) e Twitter. È stato invece ampiamente utilizzato in Francia durante le ultime elezioni. A raccogliere numeri importanti è stata soprattutto Marine Le Pen, esempio di Salvini anche in politica, oltre che sui social. La sfidante di Emmanuel Macron, presente a sua volta sul social con 2,9 milioni di follower e 19,3 milioni di like, raggiunge i 555mila follower e i 4,4 milioni di like. 

A differenza di Macron, la Le Pen ha sfruttato parecchio il suo profilo, arrivando a raccogliere anche milioni di like per post, numeri rilevanti anche su un social network come TikTok. I video la mostrano mentre si scaglia contro la discriminazione («mi chiamo Le Pen da una vita, è stato estremamente difficile»), al centro dei suoi sostenitori con in sottofondo i Maneskin con Beggin’, una delle colonne sonore più utilizzate sul social cinese, o insieme alla pattuglia notturna della municipale.

In altri, risponde a domande personali, chiarendo che preferisce il vino bianco al rosso e al rosato e il treno all’aereo, dimostrando di aver definito una strategia ad hoc per la piattaforma di minivideo.

Il tono rimane comunque scherzoso, Le Pen spesso appare mentre balla e canta, in campagna elettorale sui mercati e tra la gente e in un caso accompagnata dall’inno femminista di Who run the world (Girls) di Beyoncé. Una strategia vincente? A giudicare dai risultati delle presidenziali non si direbbe, ma magari in Italia andrà diversamente.

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