Giuseppe Conte ha scoperto le carte. Presentando il suo progetto all’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari Cinque stelle ha delineato il «neoMovimento»: l’ex presidente del Consiglio lascia intatti numerosi e difficili dossier che dovrà risolvere, dal nodo del limite al secondo mandato al rapporto con Rousseau, a cui accenna appena. Intanto, illustra i binari che seguirà la rifondazione del partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. 

Perché ormai di partito si tratta: Conte ha parlato di un nuovo statuto che introduca «razionalità organizzativa», con un disegno di struttura interna più stabile rispetto a quella, piuttosto aleatoria, che aveva caratterizzato finora il Movimento. Arriva però quasi subito nel discorso dell’ex premier il messaggio indirizzato a chi nel Movimento stava cercando di ritagliarsi uno spazio tutto suo. «Avremo regole rigorose che contrasteranno la formazione di correnti interne che finiscono per cristallizzare sfere di influenza. Non abbiamo nemmeno bisogno di associazioni varie il nostro impegno politico viviamolo appieno nel Movimento», ha detto, perché lo scambio sarà fluido e continuo. Per raggiungere questo scopo Conte propone numerosi organismi stabili interni al partito: un centro di formazione permanente, un dipartimento dedicato ai rapporti con organizzazioni estere e gruppi di lavoro per area tematica, senza però scendere nei dettagli realizzativi, per esempio quelli economici. 

L’altro punto centrale è quello del programma: l’ex presidente del Consiglio ha lanciato per dopo Pasqua un giro di incontri con gli eletti per stendere una nuova Carta dei valori per il Movimento e «aggiornare le Cinque stelle». Tra i principi che Conte spinge per inserire ci sono temi già cari al Movimento, con particolare enfasi sull’«ecologia integrale» e la democrazia digitale, da integrare stabilmente nel modello democratico. 

La democrazia diretta rimane un punto cardine nel programma che Conte difende, ma il nuovo capo del Movimento lancia anche un messaggio a Davide Casaleggio, che con il suo Rousseau è da mesi ormai in rotta con i vertici del Movimento: «La tecnologia non è neutra», ha detto, aggiungendo che «serve massima chiarezze e trasparenza» nella gestione dei dati. 

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