Il presidente del M5s dà la sua benedizione al candidato dem nelle Marche, ma anticipa la richiesta di un «protocollo di legalità». Conte tiene le carte coperte sulle altre regioni: in Toscana «decideranno i territori». E pazienza per le parole di De Luca su Fico
Arriva il via libera ufficiale al sostegno M5s al candidato del centrosinistra alle regionali nelle Marche Matteo Ricci. Dopo che l’europarlamentare dem ha risposto mercoledì alle domande del pm, il clima si è rilassato anche in casa Cinque stelle. A certificarlo rimettendosi al centro della scena con una conferenza stampa è Giuseppe Conte, che la dice dritta: «Non ci sono ragioni allo stato per chiedere un passo indietro a Ricci».
Dopo aver lasciato crescere la suspense durante la «pausa di riflessione» per valutare le carte, Conte fa ancora un passo verso la sua omologa dem, anche se – è il messaggio che trapela tra le righe in conferenza stampa – la strada per costruire l’alleanza che sfiderà il centrodestra alle politiche è ancora lunga. E passa per tratti accidentati, come le regionali in Campania e in Toscana. Intanto Elly Schlein fa buon viso a cattivo gioco e si porta a casa il sostegno (almeno momentaneo) di Conte a Ricci e annuncia una doppietta di appuntamenti di campagna elettorale: «Bene che anche il M5s abbia confermato il supporto a Ricci, adesso andiamo a vincere insieme nelle Marche».
Dopo una riunione del consiglio nazionale e confronti con i gruppi sui territori, Conte è giunto alla conclusione che togliere il sostegno a un candidato sostenuto «fin dall’inizio» avrebbe creato «un brutto precedente». Di conseguenza, «faremo di tutto per vincere le elezioni nelle Marche». Una posizione condizionata comunque da eventuali cambiamenti nei fatti sopravvenuti, si cautela Conte.
Molto apprezzata nel partito è stata la scelta di Ricci di rispondere a tutte le domande, spiega l’ex premier, perché «non rispondere è una facoltà che spetta a tutti gli indagati ma il primo dovere di un politico primo è la trasparenza».Ma in ogni caso, «un avviso di garanzia non è una condanna».
Da via di Campo Marzio pongono però delle condizioni al sostegno: «Chiederemo a Ricci l’adozione di un protocollo di legalità e che siano adottati dei presidi per quanto riguarda nomine e consulenze» continua il presidente del M5s. Che ci tiene comunque a distinguere il caso Ricci da quello delle vicende giudiziarie di Daniela Santanchè e Andrea Delmastro, che il governo difende ancora: «Il garantismo falso e peloso di chi si trincera quando ci sono responsabilità politica si trincera dietro la responsabilità penale non ci appartiene» dice Conte, specificando che «non faremo il gioco di questo governo» attaccando le toghe. La linea del M5s sul sindaco di Milano, invece, resta aggressiva: «Ribadisco la richiesta di dimissioni di Sala, non per un avviso di garanzia, ma perché si è rivelato al centro di un sistema che ha dato il via al far west edilizio».
Le altre regioni
Chiuso (forse) il capitolo Ricci, restano aperti quelli che riguardano la Campania e la Toscana. Partite su cui Conte vuole tenere le sue carte ancora coperte e parla di «discussioni in corso». L’ultima parola, sottolinea, ce l’hanno i territori: un messaggio destinato soprattutto alla comunità toscana, in subbuglio di fronte alla prospettiva di sostenere il presidente Eugenio Giani, a cui però il M5s ha sempre fatto opposizione.
«Non imponiamo niente a nessuno», dice Conte per distendere gli animi. «Entrare in giunta è un sacrificio notevole e bisogna valutare se ci sono le condizioni» continua il presidente. A taccuini chiusi, però, c’è chi segnala che a fronte di alcune aperture su temi e volti della campagna elettorale, la comunità pentastellata potrebbe cambiare approccio perfino sul detestato presidente toscano.
TarantoèunlaboratorioIn ogni caso, dice Conte, le partite non sono collegate. Tradotto, un Fico non vale un Ricci o un Giani: il sostegno reciproco ai candidati non è negoziabile facendo leva sulla desistenza reciproca. «Altrimenti, sarei un buffone», taglia corto Conte. Certo, la sua luce verde dà ulteriori buoni motivi a Elly Schlein per tentare di mediare con Vincenzo De Luca sulla candidatura di Roberto Fico, che nei giorni scorsi ha ricevuto considerazioni non proprio gentili da parte del presidente uscente. La partita campana agita il partito, scosso dall’incertezza del sostegno dei dem. «Non facciano scherzi» mette le mani avanti qualcuno.
Il puzzle giallorosso resta difficile da comporre e nonostante i tempi stringano e Conte spieghi di essere il primo a volere chiarezza il prima possibile: impossibile prevedere se ci sarà alla fine la stessa coalizione di centrosinistra in tutte le regioni che vanno al voto. «Ci sono dei potentati locali, con alcuni è possibile lavorare, con altri no». Di conseguenza, resta sempre lontana un’alleanza «stabile, figurarsi organica». Piuttosto, Conte tira in ballo un «dialogo serio efficace quotidiano che produca un progetto serio e credibile». Ma per questo, continua l’ex premier, ci vogliono «compagni di viaggio affidabili», auspicio che vale sia per quelli già noti che quelli che potrebbero affacciarsi al centro. Dove però, osserva con una punta di malizia l’ex premier, finora si sono registrati «solo fallimenti».
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