Giuseppe Conte ha raccontato che il passaggio dalla sua vita precedente a quella politica è stato drammatico. «È stato traumatizzante, sono stato travolto», ha detto in un’intervista a Skuola.net. Quel che sperano i maggiorenti del suo cerchio magico è che da allora abbia imparato a destreggiarsi nel panorama politico, perché essere tornati all’opposizione non sta dando al Movimento 5 stelle quell’energia che lo aveva trasformato in una forza capace di raccogliere oltre il 30 per cento. Con i sondaggi in calo, l’ex premier deve capire che strada scegliere.

Da ex aspirante «punto di riferimento del centrosinistra», oggi l’avvocato ha un compito difficile davanti a sé. Mentre nei prossimi mesi dovrà riuscire a negoziare alleanze con il Pd di Elly Schlein per affrontare le elezioni sui territori, il presidente del Movimento dovrà anche trovare il tema su cui investire per le elezioni europee, dove si corre divisi. Insomma, con una mano bisogna negoziare alleanze e con l’altra selezionare uno o due temi per scartare rispetto al Pd in prossimità del voto del 2024. Per raggiungere più facilmente il primo obiettivo, Conte da martedì ha una buona carta su cui puntare, il suo nuovo capogruppo in Senato. Stefano Patuanelli può riannodare il filo del dialogo con il suo ex collega Francesco Boccia, vicinissimo a Schlein e da qualche settimana presidente dei senatori dem. I due sono stati entrambi ministri del governo Conte II e hanno conservato un ottimo rapporto. Per il momento, l’alleanza fra i partiti è più nelle quotidiane vicende parlamentari che nelle strategie di ampio respiro.

Le occasioni ufficiali in cui Schlein e Conte si sono confrontati sono state soltanto due. I Cinque stelle si dicono pronti a discutere di temi e obiettivi sui territori (non a livello nazionale, per ora), ma in molti casi le trattative sono ancora in alto mare. Va meglio in parlamento, ma l’armonia è tutt’altro che consolidata: le posizioni sulle forniture di armi e il termovalorizzatore romano lo testimoniano. Patuanelli dovrà però anche guidare la compagine parlamentare verso un’opposizione più dura di quella che il Movimento ha fatto finora. Per il momento, l’indicazione della comunicazione è di puntare sui cavalli di battaglia del Movimento, che Giorgia Meloni da palazzo Chigi sta smontando un pezzo alla volta. Prima il superbonus, poi il reddito di cittadinanza, ora il Pnrr: buona parte degli interventi pubblici dei Cinque stelle sembra dedicata a difendere le conquiste che Conte ha portato a casa da premier.

Ma urgono una nuova identità e argomenti freschi su cui puntare. Le tensioni covano anche per altri motivi: in cima alla lista, la mancanza aperture da parte di Conte sulla questione del vincolo del secondo mandato. Il presidente per il momento si trincera dietro il veto del garante Beppe Grillo, sempre più lontano dalle vicende del Movimento e più interessato alle sue. La linea dura ha già provocato l’addio di Giancarlo Cancelleri, più volte candidato alle elezioni regionali in Sicilia e già viceministro, che si è detto «deluso da Conte», ma incute anche timore a chi è al secondo giro in parlamento. La prima conseguenza pratica in ordine di tempo è però quella che gli porranno gli eurodeputati uscenti: volti come l’ex vicepresidente dell’europarlamento Fabio Massimo Castaldo e l’ambiziosa Tiziana Beghin avrebbero finito le possibilità di ricandidarsi a Bruxelles. Difficilmente accetteranno di buon grado di farsi da parte, forti anche di pacchetti di voti di dimensioni rilevanti per il Movimento.

I confidenti

Ma per adesso, tante domande dei parlamentari restano inevase: Conte – che è deputato – partecipa sì alle assemblee settimanali per analizzare i temi in agenda per commissioni e aula, ma senatori e deputati lamentano la mancanza di discussione della linea, che a volte pare calata direttamente dall’alto. Latitano da qualche tempo anche le consultazioni online che sarebbero dovute essere la cifra distintiva del Movimento: le ultime riguardano soprattutto la scelta dei candidati locali, meno le priorità politiche da seguire.

Di quelle, Conte discute con il cerchio dei suoi più consiglieri più fidati. Oltre al neocapogruppo Patuanelli, ne fanno parte i cinque vicepresidenti, tra cui la memoria storica del Movimento, Paola Taverna. Ma anche Mario Turco, già sottosegretario, che interviene soprattutto sui temi economici, così come Alessandra Todde, anche lei già nel sottogoverno. Del circolo ristretto fa parte anche il deputato avellinese Michele Gubitosa, ormai diventato un volto televisivo. Più defilato ultimamente Riccardo Ricciardi: il regista teatrale versiliese ambiva alla poltrona di maggior peso in commissione di Vigilanza Rai, ma la strategia contiana lo ha costretto a mettere un freno ai suoi desideri e cedere il passo a Barbara Floridia. Il suo trasloco alla guida della commissione ha permesso di liberare l’incarico di capogruppo al Senato che è poi andato a Patuanelli.

A consigliare Conte sui prossimi passi da intraprendere c’è anche l’appassionato di Baudelaire Rocco Casalino, che dopo le elezioni ha deciso di concentrarsi soprattutto sulla comunicazione televisiva, in modo da ritagliarsi più tempo da dedicare alla strategia. Qualche consiglio arrivano anche dalla Puglia: con l’ideologo dem Goffredo Bettini nell’ombra da qualche tempo, si candida a fare da ufficiale di collegamento con il Nazareno il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che con Conte, foggiano, ha un ottimo rapporto. L’ex premier ha un orecchio sempre aperto anche per l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino e la deputata al secondo mandato in parlamento Vittoria Baldino.

Entrambe fanno parte, insieme al capogruppo Francesco Silvestri, dei volti di riferimento del Movimento in televisione. Soprattutto il ruolo di Appendino non è da sottovalutare. In ambienti Cinque stelle, sottolineano come la volontà di rivolgersi al ceto medio e al mondo produttivo sia sempre stata tra le ambizioni dell’ex premier. Certo, il fatto che il Terzo Polo sia attualmente preso dalle proprie vicende interne ha alimentato la tentazione di allargare quello zoccolo duro di imprenditori che hanno iniziato ad apprezzare il M5s dopo la presentazione del superbonus.

Ampliare il proprio elettorato in una direzione più centrista consolidando l’animo ambientalista con cui i Cinque stelle stanno cercando di distinguersi nel panorama politico ricorda non poco l’esempio dei Verdi tedeschi. Un altro passo per apparire più credibile come alternativa green sarebbe l’ingresso nel gruppo dei Verdi europei, tanto osteggiato dagli ecologisti italiani. Le trattative sono ancora in corso. Bisognerà risolvere questioni di merito, come la posizione sulla guerra, ma anche disinnescare il timore dei Verdi tedeschi, attuale socio di maggioranza del gruppo, di vedersi rosicchiare l’influenza alle prossime elezioni. A giudicare dagli ultimi sondaggi, tra i due partiti ci sono appena due punti percentuali di differenza. Ma il 2024 è ancora lontano.

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