Una «rivoluzione storica» nella lotta al Covid-19. Non usa mezze misure Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, nel presentare in conferenza stampa i tamponi Covid-19 fai da te che il Veneto si appresta a provare e lanciare. Si tratta, precisa il governatore veneto, di una «prima assoluta», almeno per l'Italia, con l'arrivo dei primi 5mila kit dalla Cina a cui hanno lavorato anche i microbiologi del Veneto, coordinati dal dottor Roberto Rigoli, direttore del centro di microbiologia di Treviso, coordinatore delle 14 microbiologie venete e vicepresidente dei microbiologi italiani.

Da qui potrebbe dunque partire una piccola rivoluzione in grado di portare a una «svolta su vari fronti» perché «aumentiamo la capacità di testare le persone e mettiamo i confini al virus»,come ha precisato in conferenza il dottor Rigoli, definito da Zaia «l'Elon Musk del Veneto». La collaborazione con la prima azienda cinese che sta lavorando ai test Covid-19 fai da te è servita per renderli più semplici nel loro uso, come ha spiegato Rigoli.

A darne una prova lo stesso Zaia che, in conferenza, ha eseguito un test davanti ai giornalisti: dalla confezione ha estratto un tamponcino inserendolo 5 volte nella narice, senza andare in fondo al setto nasale, come invece previsto nel molecolare, lo ha appoggiato sulla provetta facendo cadere 4 gocce e ricevendo in pochi minuti la singola striscia nelle negatività.

«Non c'è ancora nessuna data» per l'arrivo dei test Covid fai da te in farmacia ma «il nostro impegno è di correre il più possibile anche perché serve l'autorizzazione dell'Istituto Superiore di Sanità», ha precisato lo stesso Rigoli, durante la conferenza stampa, annunciando che il test «avrà comunque un prezzo basso».

Il primo passo sarà dunque la sperimentazione del Veneto che viaggerà in parallelo tra più microbiologie: Mestre, Vicenza, Padova, Santorso e Treviso. In ognuna di queste sedi verranno effettuati 200 tamponi fai-da-te in doppio confronto con il tradizionale molecolare per la verifica, su due gruppi: i pazienti testati nei pronto soccorso e gli operatori del sistema sanitario. Solo alla fine arriverà la richiesta di approvazione all'Istituto Superiore di Sanità per la validazione e la probabile messa in commercio nelle farmacie.

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