«Il decreto è tecnicamente sbagliato perché non poggia su dati scientifici, ma sulle ansie di alcuni ministri preoccupati. È un decreto che non riduce il numero dei contagiati, ma aumenta il numero dei disoccupati. Fomenta le tensioni

sociali di un Paese diviso tra garantiti e non, crea un doppio binario sui ristori economicamente insostenibile nel medio periodo». Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un'intervista a Repubblica in cui sottolinea che «l'utilità del dpcm dal punto di vista sanitario è tutta da dimostrare, mentre è certo sia dannoso a livello economico e sociale».

Secondo Renzi inoltre «tradisce una visione ottocentesca della cultura vista come mero divertimento di cui si può fare a meno e non come pilastro – anche economico – della nostra identità: preoccuparsi dei cinema e dei teatri senza aver fatto funzionare trasporti e tamponi è umiliante». Per Renzi «servono decisioni basate su valutazioni scientifiche e non su emozioni irrazionali. Dovremo convivere con il virus ancora per qualche mese: proprio per questo occorre organizzarsi in modo lucido, non con scelte improvvisate».

All'accusa del premier Giuseppe Conte di far «giochini politici» ribatte «un modo sbrigativo di rispondere alle critiche, mi sembra più adatto a un populista che a un premier. Che vuol dire giochini politici? Vorrei ricordare che senza i miei giochini politici di un anno fa oggi Conte farebbe il professore all'Università di Firenze e in queste ore si occuperebbe di come funziona la didattica online da Novoli, non di dpcm. Io faccio politica, non giochini. E suggerisco al premier di farsi aiutare dalla sua maggioranza anziché considerarsi depositario della verità. Vogliamo dare una mano, ma fare politica per noi non è una parolaccia, non siamo populisti noi».

Secondo Renzi, Conte vuole «dividere Forza Italia da Salvini e Meloni. Il disegno è comprensibile, ma non penso che Berlusconi lascerà la destra. Sono scettico ma se sono rose fioriranno».

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