«Vogliamo governare la curva, senza arrivare al lockdown totale. E si conferma la necessità di non mollare adesso: i prossimi sette-dieci giorni saranno decisivi, e ci diranno se la divisione del Paese in tre zone, e il meccanismo sostanzialmente automatico delle restrizioni regione per regione, sta dando i frutti che tutti speriamo». Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, a La Stampa.

«Io», sottolinea, «resto molto prudente, ma i nostri esperti del Cts ci dicono che la curva dei contagi si va stabilizzando. È ancora presto per dirlo, aspettiamo altri dati, ma ci sono valide ragioni per credere che le ultime misure che abbiamo adottato comincino a dare qualche risultato».

Secondo il ministro della Salute, è ancora troppo presto per pensare al Natale. «Capisco che le Feste siano un momento importante, per tutti gli italiani. E vedo che molti, anche nel governo, si esercitano sul tema. Ma diciamolo con chiarezza: a Natale», sottolinea Speranza, «mancano quaranta giorni, che sul piano epidemiologico sono un tempo molto lungo.

La mia testa non è concentrata su quello che succederà tra un mese e mezzo, ma su quello che accadrà alla fine della prossima settimana. Su come saranno andati, lunedì prossimo, la curva dei contagi, le terapie intensive, l'indice Rt, le altre aree mediche al di fuori del Covid. È su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre, con o senza i nonni o i parenti di primo grado. Questa, per me, è davvero una discussione lunare. Per questo chiedo a tutti gli italiani di tenere i piedi ben piantati per terra».

E sul tema vaccini il ministro precisa: «Per le vere vaccinazioni di massa dovremo aspettare il secondo semestre del 2021, non prima. Stiamo calmi, il vaccino arriverà, ma sui modi e i tempi io voglio fare un passaggio in Parlamento e poi con le Regioni. In ogni caso, all'inizio avremo solo una quota minima di dosi, che ci consentirà di vaccinare, se va bene, 1,7 milioni di persone, tra personale medico-sanitario e Rsa.

Certo, quando faremo la prima giornata di vaccinazioni, che io prevedo si possa organizzare tra la terza e la quarta settimana di gennaio, vivremo un grande evento, anche simbolico. Ma ripeto, dobbiamo dire la verità alla gente: sarà solo una prima fase, che coinvolgerà un numero molto limitato di persone».

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