«Sono preoccupato. Dallo sviluppo della pandemia e dalla mole di pazienti negli ospedali. Ma bisogna anche tenere in considerazione che stiamo assistendo a qualcosa di completamente diverso rispetto alla primavera: la pressione sulle terapie intensive non è emergenziale e il tasso di mortalità è più basso. E alla fine il rischio è che il prezzo più salato di questa seconda ondata lo paghino sempre gli stessi: ristoratori, proprietari e lavoratori di bar e locali. Si fa presto a dire cancelliamo il superfluo».

Così il governatore della Liguria Giovanni Toti in un'intervista a Repubblica. «In questo momento non vedo tanti margini per intervenire di nuovo. Bisogna tenere una linea almeno per qualche giorno, altrimenti generiamo altra confusione. Detto questo, i bar possono compensare con le colazioni e altro fino alle 18. Ma i ristoranti con quella chiusura perdono il 70 per cento dei loro introiti. Il rischio che la protesta cresca c'è».

Il governatore ligure ribadisce la sua proposta per questo momento difficile. «Facili soluzioni non ce ne sono», ma «se dobbiamo attrezzarci per convivere col Covid nel medio periodo, dobbiamo muoverci diversamente, senza chiudere interi pezzi produttivi di Paese, ma individuando le fasce più deboli e proteggendole. Penso ad anziani e pluripatologici, a orari dedicati nei supermercati, ad aiuti pubblici per il trasporto in taxi come stiamo facendo in Liguria, dove abbiamo stanziato due milioni e mezzo. Sul resto, adotterei un approccio più cauto, chiusure e vincoli meno aggressivi».

Sulla chiusura in presenza delle superiori, Toti è convinto «che si arriverà lì molto rapidamente. Aver previsto che solo il 25 per cento deve garantire la didattica di presenza alle superiori è solo un modo per salvare la faccia a chi diceva: teniamo aperta la scuola a tutti i costi. Abbiamo bisogno di decongestionare i servizi pubblici, non c'è altro tempo da perdere».

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