La pandemia «ha innescato un collasso economico che non ha precedenti» causando il peggior risultato dell'economia globale dai tempi della seconda guerra mondiale, e la ripresa intravista nel terzo trimestre, sebbene vigorosa, «è parziale e fragile», mentre per l'anno prossimo si intravede un percorso di ripresa «lento e incerto». La ricetta, spiega il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è «un approccio lungimirante e inclusivo» da attuare a tutti i livelli.

Per il numero uno di palazzo Koch, intervenuto al meeting virtuale The Global Foundation - Rome Roundtable 2020 Which way the world after the pandemic? Our inclusive human future, la pandemia è arrivata come uno choc improvviso, «che rischia di cancellare anni di progressi in termini di riduzione della povertà ed esacerbare diseguaglianze ed esclusione».

E se la risposta economica  è stata «rapida e massiccia», bisogna guardare oltre gli obiettivi di breve termine perché le nuove ondate della pandemia «Molto probabilmente causeranno una decelerazione, e in molti paesi una riduzione, dell'attività economica nei prossimi mesi. L'incertezza sugli sviluppi epidemiologici ed economici, alimentando l'ansia di famiglie e imprese, riduce la loro propensione al consumo e agli investimenti», sottolinea Visco.

Senza contare che la crisi causerà inevitabilmente l'aumento del debito, e per questo «potrebbero essere necessarie misure a sostegno della ricapitalizzazione delle imprese per evitare un problema generalizzato».

Le recenti notizie sui vaccini «offrono motivo di cauto ottimismo» ma attenzione: «le autorità fiscali e monetarie», ammonisce il governatore, «dovrebbero continuare a fornire sostegno, e adattare la propria azione all'evolversi della situazione», perché ritirare il supporto troppo presto o non intervenire tempestivamente significa «mettere a repentaglio la ripresa, aggravare le perturbazioni sociali e rivelarsi controproducente».

Lungimiranza è la parola che Visco ripete più volte: serve, spiega, per una ripresa bilanciata e inclusiva, per cogliere le sfide e le opportunità nate dalle trasformazioni in atto.

La prima da evidenziare è quella creata «dal ruolo crescente della digitalizzazione nell'economia, nella finanza e nella società in generale» che bisogna evitare «si traduca in nuove forme di esclusione». La seconda sfida che sta a cuore al numero uno di Bankitalia è il cambiamento climatico, contro il quale servono misure più forti. «L'urgenza di ripristinare i livelli di produzione pre-crisi non dovrebbe minare i nostri impegni».

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