Raffaella Paita, capogruppo del Terzo Polo alla Camera è molto cauta: «Noi appoggiamo la riforma della giustizia perché siamo garantisti, non per calcoli politici. Quando mai il garantismo ha fatto prendere voti in questo paese?». Nel dubbio, il suo collega di coalizione Enrico Costa si prepara a prendersi la scena in commissione Giustizia alla Camera, da dove, riferiscono più fonti, è destinato a partire il disegno di legge del ministro Carlo Nordio: «Il garantismo è una colonna di una proposta politica liberale, senza si infragilisce, è essenziale». Così si prepara alle Europee. Al contrario dentro Forza Italia, pronostica «senza una leader forte c’è il rischio che si accapiglino, lo facevano già prima».

Gli screzi della maggioranza

Quando sono emerse le prime esitazioni della maggioranza, il deputato di Azione ha dato il via allo show su Twitter. Dopo i retroscena che hanno riferito di una presidente del Consiglio Giorgia Meloni irritata per l’attacco di Nordio all’Anm, il calendiano ha commentato: «Occhio che Nordio se si scoccia vi saluta». Costa dice di non averlo sentito sul punto, ma ricorda che lo conosce bene e sulla giustizia «so che vorrebbe fare molto di più». Si sono incontrati per la prima volta in occasione di un convegno a Cuneo nel 2016, quando Costa era viceministro.

Un colpo di fulmine. Il curriculum del ministro pubblicato sul sito, oltre a ripercorrere la sua carriera da magistrato ed editorialista, segnala la presenza di due gatti rossi, l’amore per la musica classica e un incarico conferito da Costa quando era ministro per gli Affari regionali nel 2017: coordinatore della “Commissione sullo status degli amministratori degli enti locali”.

Calenda si vanta di questa corrispondenza di intenti: «Enrico Costa ha presentato un ddl che è identico a questo: che partito saremmo se dicessimo "no” solo perché lo propone il centrodestra? Questo è il grande problema dell'Italia». Azione «è disponibile a lavorare con tutte le forze politiche sulle proposte concrete che condividiamo», e la riforma della giustizia dedicata a Silvio Berlusconi è la prima della lista.

Rapporti umani

LAPRESSE

Non esiste il rischio di una defezione di Nordio. Fratelli d’Italia ricorda che il ministro ha ben più prossimi il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, e il presidente della commissione Giustizia della Camera, Ciro Maschio. La legge dei numeri rende la maggioranza forte abbastanza da non dover avere l’appoggio del «terzo partito di opposizione». Delmastro ha detto in un’intervista che nemmeno legge i tweet di Costa. Ma il deputato di Azione gioca di posizionamento, e in questo caso, è più realista del re, lo dimostra il pedigree. Da irrequieto. È passato nel tempo da Forza Italia, Pdl, Ncd, Alternativa popolare, Noi con l’Italia, ancora Fi e infine Azione.

I disegni di legge però non hanno scadenza e questo è solo alle prime battute, anzi nemmeno, visto che deve ancora arrivare in parlamento. Mentre Meloni continua a puntare sulla solidità di Forza Italia, il Terzo polo guarda alle sue debolezze. Si aspettano ingressi? Paita risponde con una domanda: «Perché mai un parlamentare di maggioranza dovrebbe venire all’opposizione?». Ma l’opposizione non sono loro: «Ci hanno detto di andare avanti», rimarcano dal gruppo di FdI. Costa ribadisce: «Non solo non farò opposizione, lo appoggio proprio».

Ogni giorno in parlamento ci si interroga sull’eredità di Berlusconi. Ieri, durante la commemorazione, Matteo Renzi ha detto che le sue aziende «sono patrimonio nazionale». E ha ricordato il celebre pranzo ad Arcore, da sindaco di Firenze: «Il più grande lusso della vita sono i rapporti umani, questo mi porto dietro di Berlusconi: uno statista capace di rapporti umani». E loro come sono messi con gli azzurri? Costa ha visto i suoi vecchi colleghi: «C’è il rischio che litighino». E li accoglierebbe il Terzo polo? «Non siamo in cerca di uno o due parlamentari, ma se qualcuno con un profilo affine si fa avanti valuteremo». Intanto pensano alla base elettorale, che per loro «può crescere».

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