Le misure restrittive entreranno in vigore dal 22 novembre. L’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità spiega che in Italia in media l’indice del contagio Rt sta calando, in tre regioni, Lazio, Liguria, Molise e Sardegna è sceso sotto l’1. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato le ordinanze di proroga per le prime regioni in zona rossa e arancione
- Anche l’Abruzzo sarà in zona rossa dal 22 novembre. La regione si era già mossa con una propria ordinanza per imporre nuove misure restrittive, il ministro della salute, Roberto Speranza, si è mosso subito dopo.
- Invariato il resto della “mappa” delle aree. Il ministero ha prorogato la classificazione delle prime regioni con misure più restrittive fino al 3 dicembre: Calabria, Lombardia e Piemonte, restano in zona rossa, in zona arancione Puglia, Sicilia, Valle d'Aosta.
- I dati «lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel ma bisogna avere un approccio prudente». Ma l’Iss avverte che il dato saliente della settimana riguarda «l’aumento ospedalizzazioni e delle persone ricoverate in terapia intensiva».
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà in serata l'ordinanza che collocherà la regione Abruzzo in area rossa. L’ordinanza sarà in gazzetta domani ed entrerà in vigore a partire dal 22 Novembre.
Porogata la zona rossa di Calabria, Lombardia e Piemonte, restano in zona arancione Puglia, Sicilia, Valle d'Aosta. La nuova ordinanza, che aggiorna la prima del 4 novembre, è valida fino al 3 dicembre 2020, ferma restando la possibilità di nuova classificazione prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 novembre 2020. In questo modo, la mappa delle aree resta invariata in tutta Italia, l’Abruzzo infatti si era già mosso autonomamente per imporre nuove restrizioni.
Le misure restrittive, ha detto il ministro della salute, Roberto Speranza, «sono l'unico vero strumento che ora abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo. È evidente che provocano sacrifici sul piano economico e culturale, ma come mostrano i numeri preliminari degli ultimi giorni nel nostro Paese, dimostrano di funzionare. Abbiamo, nell'ultima settimana, un livello di Rt, o indice di diffusione del contagio, sceso rispetto alla settimana precedente». I dati «lasciano intravedere la luce in fondo al tunnel ma bisogna avere un approccio prudente».
Il report
Nell’ultimo report del monitoraggio Covid-19 curato da Iss e ministero della Salute, con dati al 18 novembre 2020 relativi al periodo 9-15 novembre 2020 si legge che «diciassette regioni sono classificate a rischio alto e tre a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese comportando di fatto che resta su tutto il territorio nazionale un rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile».
Il contagio però sta rallentando. «Nel periodo 28 ottobre–10 novembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,18», in calo rispetto all'1,43 dello scorso rilevamento. È quanto si legge nella bozza dell’ultimo report del monitoraggio Covid curato da Iss e Ministero della Salute, con dati relativi al periodo 9-15 novembre 2020. «Si riscontrano valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane - si legge sul documento -; da questa settimana in alcune Regioni/PA il valore di Rt stimato è inferiore a 1».
Le regioni già sotto l'1 sono Lazio (0,82), Liguria (0,89), Molise (0,94) e Sardegna (0,79). Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione presso il ministero della Salute mette in guardia: «Il dato saliente della settimana riguarda l’aumento ospedalizzazioni e delle persone ricoverate in terapia intensiva». Per questo anche se l’Rt è sceso, l’incidenza è elevata «le norme in vigore devono restare ancora valide».
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