È stato Silvio Berlusconi ad alzare la posta nei giorni scorsi. Dopo che il Movimento 5 stelle non ha votato la fiducia al governo Draghi sul decreto Aiuti, ha chiesto una verifica di maggioranza. Poi ha trascinato il centrodestra di governo (oltre al suo partito, anche Lega, Noi con l’Italia e Udc) a imporre a Draghi un bivio: o noi o loro.

Il centrodestra avrebbe sostenuto un esecutivo bis di Draghi solo se il Movimento non fosse stato incluso. Si è arrivati così al discorso del premier di ieri in aula al Senato. Ma le prime parole pronunciate dal presidente del Consiglio dopo le sue dimissioni non sono piaciute all’anziano leader di Forza Italia. Come in passato, la sua residenza romana è stato per tre giorni il quartier generale delle trattative di centrodestra.

I transfughi e la legge elettorale

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Villa Grande, un’enorme residenza sull’Appia antica, ha ospitato Matteo Salvini anche ieri sera a cena. Fino all’ultimo, il fondatore del partito azzurro ha provato a tenere fede al governo. Convinto di aver creato, all’inizio del 2021, i presupporti per il governo di unità nazionale, di aver in qualche modo messo Draghi a palazzo Chigi, ha deciso di distruggere quella che era un po’ la sua creatura.

Ha imposto la sua forza nel momento in cui non ha trovato le risposte che cercava, anche perché non è mai stato convinto fino in fondo che andare al voto fosse la decisione giusta per il suo partito. Per giorni è stato frenato dall’idea che i gruppi parlamentari si potesse sfasciare sotto al peso del voto anticipato a ottobre, di fronte a un paese che chiede risposte su inflazione, caro bollette e salari fermi.

Mercoledì c’è stata un’uscita importante, quella della ministra Mariastella Gelmini ma è improbabile che i transfughi del partito azzurro aumentino. A frenarli sarà probabilmente sia la legge elettorale, il Rosatellum non avvantaggia la grande ammucchiata al centro, e la riforma del taglio dei parlamentari che entra in vigore nella prossima legislatura. Trovare un partito pronto a candidare i malpancisti di FI non è cosa semplice.

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