Il momento geopolitico è delicato, come ha più volte ripetuto il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Un monito rilanciato di recente, adombrando le necessità del Paese di dotarsi di riservisti per fronteggiare nuove guerre. Fatto sta che con il mondo in fiamme, dal Mar Rosso (dove l’Italia avrà il comando tattico della missione) all’Ucraina, i movimenti ai vertici militari italiani sono ancora più rilevanti. E, come riferiscono fonti qualificate a Domani, Crosetto sta per piazzare una nomina di peso, con il pregio di evitare troppe tensioni interne, nello scacchiere della Difesa. Gli alleati Matteo Salvini e Antonio Tajani anche stavolta sono stati relegati al ruolo di spettatori. Come per tanti altri dossier, Fratelli d’Italia decide tutto in casa. E per quanto riguarda la Difesa, il ministro vuole rivendicare la specificità del settore.

Masiello all’esercito

Il generale Carmine Masiello, attuale sottocapo dello stato maggiore della Difesa, è diventato il candidato numero uno per l’incarico di capo di stato maggiore dell’esercito. Può prendere il posto di Pietro Serino, che il prossimo 27 febbraio chiuderà il mandato di tre anni. Da mesi nel governo ci sono stati movimenti per portare avanti ognuno le proprie pedine, cercando di evitare strappi. Crosetto non ha voluto sentire ragioni, e - pur sottolineando l’indipendenza del prescelto - ha subito indicato Masiello, che considera il più competente in circolazione. Tanto da avergli spiegato che, se accettasse l’alto incarico, dovrà mettere nel cassetto le sue ambizioni di diventare, a novembre, capo di stato maggiore della Difesa, poltrona di ancora maggior prestigio occupata per i prossimi mesi dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Che dal 2025 è atteso dalla funzione di presidente del comitato militare della Nato.

Masiello sembra poter mettere tutti d’accordo, benché anche altri generali ambiscono a rimpiazzare Serino. Masiello, 60 anni, ha saputo scalare le gerarchie militari dimostrandosi ambizioso e «determinato», etichetta molto in voga per definirlo, a raggiungere prestigiosi obiettivi di carriera.Nel 2016, l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo ha voluto come consigliere militare al suo fianco, un ruolo in cui è stato confermato dal successore, Paolo Gentiloni. Nel 2018 è diventato vicedirettore del Dis, il dipartimento delle informazioni per la sicurezza, struttura centrale dei servizi segreti. Una conferma delle una capacità di avere rapporti trasversali, dal taglio istituzionale, che gli valgono la stima di Crosetto.

Oggi, da scudiero del numero uno nello stato maggiore della Difesa, Masiello si sta muovendo con cautela, a fari spenti. Una strategia che viene interpretata come la volontà di evitare eventuali scivoloni in un fase delicata, sebbena la nomina potrebbe essere ufficializzata già dai prossimi giorni.

Folta concorrenza

Solo che, in questi casi, c’è sempre chi ambisce a spuntare fuori all’ultima curva, a bruciare in volata il nome del grande favorito. E a Palazzo Chigi circola con insistenza il profilo di un perfetto outsider, Franco Federici che dal gennaio del 2023 ricopre l’incarico di consigliere militare della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Figlio d’arte (il padre Luigi Federici è stato un importante generale dei carabinieri), l’attuale consulente della premier sulla strategia militare ha il cursus honorum per ambire alla nomina come capo di stato maggiore dell’esercito. E Meloni, conoscendolo bene e apprezzando le qualità professionali, non avrebbe nulla da obiettare. Anzi, a Palazzo Chigi sostengono che non potrebbe che rallegrarsene. Anche se la premier non ha alcuna voglioa di scontrarsi su Crosetto, e meno ancora di trovare un sostituto di Federici. Un’argomentazione che i sostenitori di Masiello usano nelle interlocuzioni con i decisori con scaltrezza. Per tentare di eliminare dalla corsa un temibile concorrente sulla strada verso la nomina.

Un altro nome tenuto in considerazione dai militari è quello di Giovanni Maria Iannucci, capo di gabinetto al ministero della Difesa, certamente stimato da Crosetto. Come per Masiello e Federici, le competenze sono fuori discussione: è in possesso tutti i titoli necessari alla promizione, e ha ricevuto una lunga sequenza di riconoscimenti. Potrebbe andare al vertice dello stato maggiore dell’esercito senza destare alcuno scandalo. Ma il ministro preferisce tenerlo al suo fianco, anche per conservare equilibri molto delicati dentro l’esercito. Peraltro sia Federici che Iannucci potrebbero giocarsi le carte in futuro, quando si aprirà un’altra partita altrettanto prestigiosa come l’eredità di Cavo Dragone.

Altri nomi accarezzano il sogno di fare il grande salto della sua carriera. Nella lista dei pretendenti è presente infatti Gaetano Zauner, da agosto 2021 diventato il numero due di Serino all’esercito. Sembrerebbe la soluzione ideale, che non sposterebbe troppe pedine e darebbe continuità. La promozione, però, non è ben vista dalle gerarchie militari: le sue quotazioni sono date al lumicino.

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