Non si può mai prevedere come andrà a finire. Così, l’italiano Luca Tagliaretti, nominato nuovo direttore dell'Agenzia dell'Unione europea per la cybersicurezza (Enisa), in passato candidato alla Camera con Civica popolare contro le destre, i partiti antieuropeisti e impiegato alla Bce, ha ricevuto i primi complimenti dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni con una nota ufficiale di Palazzo Chigi: «Un incarico che premia le competenze di una professionalità di alto profilo e il lavoro finora svolto dall'Italia per garantire la sicurezza del web, attraverso l'Agenzia Acn e tutto il sistema della cybersecurity. Le più vive congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro».

Nel 2018, mentre Tagliaretti si diceva fortemente contrario alle politiche populiste antieuropee portate avanti da alcuni partiti, Meloni rientrava a Montecitorio con Fratelli d’Italia e presentava alla Camera una Proposta di legge costituzionale per cancellare dalla Carta tutti i riferimenti all'Unione europea.

Nel 2019, prima che trovasse il suo nuovo standing internazionale, la premier definiva ancora l’Unione europea «entità sovranazionale e non democratica ha imposto alle nazioni europee le scelte delle élite mondialiste e nichiliste volute dalla grande finanza: una immigrazione incontrollata per distruggere le identità europee». L’anno dopo Tagliaretti avrebbe ottenuto un incarico in un’agenzia Ue.

Il curriculum

Il curriculum del nuovo direttore Enisa è europeo al cento per cento: vanta più di 20 anni di attività nelle Istituzioni e Organizzazioni Internazionali, con una specializzazione nel settore digitale e nella sicurezza informatica. Entrato in eu-LISA, Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, per alcuni mesi ha assunto anche il ruolo di direttore esecutivo ad interim.

Prima di entrare in eu-LISA, ha sempre lavorato alla Banca Centrale Europea, concentrandosi nello sviluppo delle tecnologie digitali anticontraffazione.

Laureato in Ingegneria con master al Politecnico di Milano, ha completato la sua istruzione all’Università di Oxford e Harvard, risulta volontario alla Tony Blair Faith Foundation. Ma è anche attaccato al suo territorio: su linkedin segnala tra le altre cose di fare parte dell’associazione “Novaresi nel mondo” e della sezione di Francoforte dell’Accademia italiana di cucina.

Nel 2014 è stato nominato dal Quirinale su proposta del ministro degli Esteri – allora Paolo Gentiloni, oggi Commissario europeo – Cavaliere dell'Ordine della Stella d'Italia (già Stella della solidarietà italiana), seconda onorificenza civile dello Stato in omaggio agli italiani all'estero o stranieri che si sono distinti per i rapporti di amicizia e collaborazione tra l’Italia e gli altri paesi.

Nel 2016 Tagliaretti, membro del comitato esecutivo del Com.It.Es di Francoforte sul Meno, è stato designato come delegato di Area Popolare (NCD) presso il Consiglio generale per gli italiani all’estero.

La sua carriera politica non è mai veramente decollata, ma nel 2018 decideva di farsi avanti con la formazione politica nata dai centristi in appoggio al centrosinistra. «Accettare di candidarsi per delle elezioni così difficili, in un contesto politico così complicato e confuso – diceva in una nota condivisa con un’altra candidata – richiede molto coraggio e anche un briciolo di pazzia. Si può fare solo in un’ottica di servizio ai nostri connazionali e come argine al populismo anti europeo e al pregiudizio verso gli italiani all’estero».

L’11 settembre, l’ambasciatore d’Italia a Tallinn, Daniele Rampazzo, lo ha insignito dell'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine della Stella d'Italia: è salito di grado. Durante la cerimonia di consegna, l'ambasciatore ha sottolineato come Tagliaretti rappresenti «uno splendido esempio di una vita al servizio delle istituzioni europee, nelle quali tiene alto, grazie alle proprie competenze professionali, il nome dell'Italia». E anche Meloni gli fa gli auguri per la nuova promozione.

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