strana vita, la mia

Da Bertinotti a Renzi, a sinistra gli scissionisti finiscono male

 

  • Nel suo nuovo libro Prodi torna sulle ambizioni personali del leader di Rifondazione che hanno ucciso l’Unione: «Devo attribuire una responsabilità enorme a chi ha voluto questa rottura. Perdemmo la nostra credibilità».
  • Nella sua avventura politica, il Professore si ostina a imbarcare la sinistra radicale per due volte, seppure con formule diverse. Prima con la desistenza, poi con una vera alleanza. Perché senza non è possibile governare, ma in due governi appunto, quella sinistra lo affossa.

  • E al termine dell’esperienza dell’Unione ne dichiara apertamente «il fallimento»: «Quello di Prodi è il miglior governo morente». Parole che compromettono ogni rapporto. «Le ambizioni personali di Bertinotti rovinarono tutto. Non si sentiva protagonista, evidentemente. Poi si è perso, gli scissionisti sono sempre destinati a scomparire. Vedo che sta capitando anche a Renzi».

     

La spinta finale arriva con il no di Rifondazione comunista alla terza Finanziaria del governo dell’Ulivo. Le prove generali vanno però in scena un anno prima. E sempre sui conti pubblici. «Fu la famosa battaglia delle 35 ore, l’orario di lavoro settimanale sul modello francese che Rifondazione voleva a tutti i costi. Non che io fossi contrario per principio, semplicemente era prematuro per l’Italia. Ma non era il vero nodo. Bertinotti, da ex sindacalista, intendeva solo competere con i sin

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