Nell'isola delle strade fantasma e dei ponti che crollano c'è un treno un po' malconcio che in queste settimane fa imbestialire i siciliani. Spacciato come (quasi) Alta Velocità, in realtà è lento, lentissimo. Da Palermo a Catania impiega appena due minuti in meno del vecchio regionale, il biglietto costa il doppio, lanciato in discesa tocca per un attimo, solo per un attimo, i 117 chilometri l'ora.

In questa Sicilia dove spostarsi è ormai un incubo - più di mille i chilometri di statali e provinciali che portano da nessuna parte, viadotti sospesi nel vuoto, svincoli che sono labirinti - è arrivato un Frecciabianca che sa tanto di farsa.

Annunciato da trionfalistici spot, presentato come una grande rivoluzione dei trasporti dal sottosegretario alle Infrastrutture e Mobilità Giancarlo Cancelleri, il Freccia siciliano viaggia su binari ottocenteschi e non accorcia di niente i tempi fra una provincia e l'altra. Su gomma o su rotaia, in Sicilia ci si muove decisamente peggio di vent'anni fa.
L'ultima polemica, infuocatissima, l'ha scatenata la propaganda del sottosegretario grillino (un “tagliatore di nastri” che non perde occasione, con tanto di casco in testa, di inaugurare a cadenza mensile ogni piccolo lotto di opera pubblica), con un gioco di parole che ha tratto in inganno i più sino a quando il nuovo treno è arrivato per la prima volta a destinazione.

Un solo passeggero

La miccia l'ha accesa una testata online, Blog Sicilia, che ha inviato sui vagoni un suo cronista per offrire testimonianza diretta dello “storico” viaggio fra le due grandi città dell'isola. Passeggeri? Uno solo.

Partenza da Palermo centrale alle 7,08 e arrivo a Catania centrale in perfetto orario alle 10,15, tre ore e sette minuti. Il vecchio regionale è partito alle 7,31 ed è arrivato a Catania alle 10,40, rispetto al Frecciabianca soltanto centoventi secondi in più.

La grande sorpresa è stata la media del locomotore contrabbandato come “veloce”: in lunghi tratti ha viaggiato rigorosamente sotto i 100 chilometri l'ora, nella parte centrale dell'isola il limite massimo consentito era fissato a 75.

Così è partito violento il tiro al bersaglio contro Cancelleri. Attaccato da numerosissimi deputati regionali («Non vogliamo che la Sicilia diventi la discarica di Trenitalia»), inondato da commenti non proprio lusinghieri sul suo profilo Facebook, obiettivo di feroci critiche "per avere offeso l'intero popolo siciliano” con le sue contorsioni linguistiche.

Questa storia del Frecciabianca che attraversa la Sicilia sembra proprio una barzelletta. Anche perché, nonostante le snervanti deviazioni e i blocchi continui, per coprire i duecento chilometri fra le due capitali della Sicilia, Palermo e Catania, anche oggi con l'autobus ci vogliono poco più di due ore e mezza, molto meno di quel treno. E poi il prezzo: 28 euro contro i 14 euro e 90 centesimi del vecchio regionale.

Come ha risposto il sottosegretario alle bordate che gli sono arrivate? Con spirito molto creativo: «Non è un treno per andare da Palermo a Catania o per fare un viaggio in Sicilia, ha una visione molto più ampia, è un treno che serve a collegare l'isola a Roma, a Milano e al Nord Italia, tutto con un semplice biglietto».

E con uno sguardo proiettato verso il futuro: «Perché fa parte di uno splendido meccanismo di interconnessione, se prendo un Frecciabianca arriverò a Messina, salirò sull'aliscafo che mi porterà comodamente a Roma, Milano, Torino o altrove. E tutto, ripeto, con un biglietto: a me sembra un grande passo in avanti».

Mille promesse

Non sono mancate a seguire solenni promesse: nel 2024 arriveranno in Sicilia anche 12 Frecciarossa e c'è già un piano di investimento per le ferrovie che prevede 9 miliardi di euro per il raddoppio delle linee fra Palermo, Messina e Catania. Per il momento la situazione è assai diversa e ben più complicata.

C'è una Sicilia spaccata in due e anche in tre, una Sicilia "interrotta” permanentemente. Le 486 corse al giorno dei treni regionali subiscono fortissimi ritardi quotidiani - la fonte è il Comitato dei pendolari siciliani - causati dal materiale rotabile, dai problemi tecnici all'infrastruttura, dalle avverse condizioni meteo d'inverno e dai binari roventi d'estate. Anche il nuovo Frecciabianca è stato oggetto di un monitoraggio del Comitato: negli ultimi otto giorni ha accumulato ritardi per un totale di 441 minuti. Il consiglio che molti hanno dato al sottosegretario Cancelleri prima che ritorni a dibattere sulla vicenda del Frecciabianca: «Prendi il treno, provalo e poi parla».

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