- Il decreto-legge che ha modificato la governance del PNRR è intervenuto anche sulla governance dei progetti per lo sviluppo e la coesione, che impiegano fondi europei e nazionali. Ora la gestione sia del Piano che delle politiche per la coesione farà capo a Palazzo Chigi, mediante il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto.
- La soppressione dell’Agenzia per la coesione, con l’accentramento di ogni potere presso la presidenza del Consiglio, stride con il carattere territoriale e regionale (place-based) dei progetti per lo sviluppo e la coesione, come rilevato dall’Unione europea.
- La nuova governance sia del PNRR sia dei progetti di coesione dovrebbe ovviare ai ritardi accumulati. Ma le difficoltà nell’avvio delle strutture organizzative previste dal decreto potranno comportare ritardi ulteriori, traducendosi in un intralcio.
Il decreto-legge con cui l’esecutivo di Giorgia Meloni ha modificato la governance del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr, d.l. n. 13/2023) è intervenuto anche su un altro ambito cui forse si è prestata meno attenzione: le politiche per lo sviluppo e la coesione, che impiegano fondi europei e nazionali. È stata modificata anche la governance della gestione di tali fondi, evidentemente al fine di renderla più efficiente. Il disegno dell’esecutivo è unitario, per cui serve esaminare le due compo



