Il presidente della Campania come quelli in coda per l’ultima pista prima del blocco. Un pezzo di Italia rifiuta di ammettere il dramma condiviso e i più deboli si infuriano
- Già nella prima ondata si parlava di come evitare che il malcontento venisse raccolto e rappresentato dalle organizzazioni criminali. La lezione di allora è stata ignorata: in realtà questa più che una seconda ondata è la continuazione della prima. Con i mezzi per combatterla che non si sono evoluti, semmai involuti.
- La figura del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, spicca grossolana ed evidente come esempio massimo di incapacità di unire i cittadini anche quando è la situazione a renderli de facto tutti più uniti. Non sorprende quanto accaduto l’altra notte a Napoli. La crescita esponenziale dell’irrazionalità, prima o tardi, genera violenza.
- C’è poi la stupidità provinciale degli sciatori a ogni costo. Rivela a ben guardare anche un altro aspetto che sembra coerente con questo quadro piuttosto oscuro. Essi si sentono invincibili. Loro hanno e fanno, sempre e comunque. Hanno una implicita e forse inconscia percezione di se stessi come se avessero un super potere in grado di difenderli dal virus.