Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca non appoggia la candidatura del pentastellato Roberto Fico – attualmente presidente della Camera – a sindaco di Napoli. Il nome non è stato ufficializzato e Fico, esclusa qualche risposta sibillina, finora si è limitato a non escludere niente. De Luca ha parlato: «Avrà colto il mio brivido di commozione quando si parla di elezioni amministrative» ha esordito rispondendo a Mezz’Ora più su Rai 3. «Vedo un ritorno di politica vintage, mi sembra di vedere il ritorno della politica politicante, quando si riuniva il pentapartito  negli anni ‘80 (cioè all’epoca Dc, Socialisti, i Socialdemocratici, i Liberali e i Repubblicani ndr) e a Roma decideva la distribuzione degli incarichi» dalle Regioni ai comuni: «Nel disprezzo dei territori e delle autonomie locali». Una modalità, ha aggiunto, che non tiene conto né della capacità dei candidati né dei programmi: «Dentro questo quadro c’è anche Napoli, Roma, tutte le città» una velata accusa al segretario del Pd Enrico Letta che sta seguendo il dossier. Per questo «le primarie sono sicuramente uno strumento».

Le accuse a Draghi

Il presidente della Campania dopo ha accurato il presidente del consiglio Mario Draghi di non pensare realmente al Meridione. «In Italia dovremmo avere la stessa motivazione ideale e politica che è stata adottata con il ricongiungimento delle due Germanie dopo la caduta del muro di Berlino, ovvero decidere di recuperare il divario infrastrutturale, sociale e di genere tra Sud e Nord. Le centinaia di miliardi che abbiamo avuto, le abbiamo ottenute precisamente per questi scopi. Non credo che a palazzo Chigi ci sia una grande sensibilità al di là delle parole che si dicono». Lo ha detto il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, ospite di "Mezzora in più" su Raitre.

«In Italia, dove siamo abituati alla teatralità e al barocco abbiamo chiamato il Recovery Plan, Pnrr, qualcuno ha notizia di quanti cittadini italiani sappiano cosa significa la parola “resilienza”? – ha detto ironizzando sulla denominazione -. Avevamo già dato prova di teatralità e di creatività, cambiando il nome di ministero dell'Ambiente in ministero della Transizione ecologica, determinando un primo danno ecologico, perché abbiamo dovuto buttare via tutta la carta intestata del ministero dell'Ambiente. Siamo malati di teatralità».

«Mi taglierei la lingua quando mi scappa qualche battutaccia. C'è stato detto che il 40 per cento delle risorse del Pnrr sono destinate al Sud. Non è vero, perché sono stati conteggiati fondi che erano già stati destinati al Sud. Comunque va dato merito a chi portato in Italia queste risorse, parlo di Gentiloni, dei governi precedenti e anche di qualche forza politica che non andava contro l'Europa, andando poi a chiedere i soldi all'Europa», ha concluso De Luca.

I vaccini

Per De Luca la Campania ha subito anche un trattamento diseguale nella distribuzione dei vaccini. «Nella distribuzione dei vaccini in Campania bisogna dire che a gennaio è stato deciso, tutti insieme, di inviare prima, più dosi, nelle regioni con popolazione più anziana» e tutte le regioni erano d’accordo anche perché la Campania, ha raccontato, si aspettava che a breve avrebbe recuperato. Adesso, ha proseguito De Luca, il commissario all’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo. ha annunciato che la distribuzione avverrà in base alla popolazione: «Ma non è avvenuto. Ad aprile noi non abbiamo recuperato le 200.000 dosi di vaccino in meno, che non avevamo avuto prima. Questo è gravissimo, perché è una violazione della parità di diritti dei cittadini. Doppiamente grave perché pesa sulla regione con la più alta densità abitativa d'Italia». Per questo rivendica le dosi mancanti: «Noi abbiamo il massimo rispetto per il commissario al Covide che è una persona perbene ma dobbiamo rispettare i diritti e le regole di tutti i cittadini. A oggi siamo ancora a 194.000 dosi in meno in Campania, in base alla popolazione», ha concluso De Luca.

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