Decaro tiene in bilico Schlein: il Pd non ha un’alternativa

Un’attesa col fiato sospeso. Il Partito democratico è appeso ad Antonio Decaro, candidato designato – «il più forte» ha detto la segretaria Elly Schlein – ma che non ha ancora sciolto la riserva sulle sue intenzioni. Ma il tempo stringe: è vero che alle urne mancano ancora diverse settimane, ma i dem avevano già messo in conto di aprire la campagna elettorale dal palco di Bisceglie su cui venerdì sera saliranno proprio la segretaria e l’eurodeputato che nei giorni scorsi ha ottenuto il passo di lato del suo padre politico, Michele Emiliano. Decaro minaccia la rinuncia alla corsa in Puglia: «O Vendola o io, non sono insostituibile» Le malelingue suggeriscono che è stato proprio il gesto del presidente di regione uscente a svelare il bluff di Decaro. «Ha puntato troppo forte sul fatto che Emiliano non si sarebbe fatto da parte, adesso non ha più alibi per non correre». Perché per i suoi detrattori la verità è sempre stata che Decaro, di correre, non ha mai avuto davvero intenzione. Per gli uomini del presidente uscente l’ex sindaco di Bari ed eurodeputato Pd, «nonostante sia una partita già vinta a tavolino perché a destra le liste sono disastrate e un nome veramente competitivo non c’è, ha paura di venire “parcheggiato” in regione». Tradotto: Decaro non vuole vedere limitate le sue ambizioni nazionali in vista del congresso, quando c’è chi non esclude possa decidere di sfidare la Schlein. E così ha deciso di porre un altro ostacolo tra sé e la candidatura (per i più maliziosi, «l’ultimo alibi»): la candidatura di Nichi Vendola. Un paletto che, secondo i beninformati, rischierebbe anche di inimicargli il popolo dem pugliese, non del tutto ostile a un rimescolamento nel post-Emiliano ma tutto sommato benevolo nei confronti dell’esponente di Avs. Senza contare che Avs difficilmente a questo punto, con il traguardo della soglia di sbarramento del 4 per cento a portata di mano, può permettersi di rinunciare ad avere l’ex presidente in lista. Non solo, Schlein non ha certo intenzione di logorare ulteriormente i rapporti, già complicati dalle tensioni per le regionali in Calabria e in Puglia, con gli alleati. Sarracino (Pd): «Con Fico cambia tutto. I cacicchi in Campania hanno perso la partita» Il futuro All’ora in cui questo giornale va in stampa, l’incertezza regna ancora sovrana. Nonostante le parole di fiducia della segretaria, che preferirebbe vedere l’eurodeputato in regione, e lo sforzo dei pontieri pugliesi, Decaro sembra irremovibile. C’è chi arriva a dubitare del fatto che la candidatura alla fine arrivi, altri contano sul fatto che l’ex sindaco di Bari non possa infliggere un tiro mancino simile al suo partito. «Anche in prospettiva: difficile non rimanere etichettato come colui che ha rinunciato a una presidenza regionale». Non esattamente il miglior biglietto da visita per qualcuno che ambisce alla segretaria nazionale. Intanto, chi ha avuto modo di saggiare gli umori di Schlein parla di un’insofferenza crescente nei confronti di una situazione che poteva essere chiusa tempo fa. E a cui, almeno al momento, non ci sono alternative, visto che a nessuno viene in mente un nome che non sia quello di Decaro: Vendola, che pure era stato tirato in ballo negli ultimi giorni, non avrebbe intenzione di rimettersi in gioco e allo stesso modo anche il biscegliese Francesco Boccia, pur coinvolto più di altri in questa vicenda, non sembra intenzionato a lasciare la guida del gruppo del Pd al Senato. Tra i democratici nessuno se la sente di esporsi in ore così delicate. Chi, al contrario, della schiettezza ha fatto la sua cifra è Vincenzo De Luca, che in occasione di un’intervista di promozione del suo libro a La7 ha spiegato, mercoledì sera, con grande candore, di essere fermo sulla posizione di Giuseppe Conte, che ha auspicato che si decida prima un programma e poi si parli dei candidati. «Per me – ha affermato il presidente – non è stato formalizzato nulla. Non c’è niente di clamoroso». Insomma, non ci sarebbe nessun patto intorno alla candidatura di Roberto Fico. Non c’è da preoccuparsi, assicurano dal partito, dove aspettano con ansia il congresso regionale in cui sarà incoronato segretario Piero De Luca, nella speranza di chiudere finalmente il complicato capitolo campano. Nel frattempo, De Luca ne ha anche per Decaro, di cui non è mai stato un gran sostenitore. «Sono d’accordo con l’ultima affermazione fatta da Decaro, cioè che non è insostituibile» ha spiegato. «Come si fa a dire a un dirigente di un altro partito, come Nichi Vendola, che è fuori dalla politica da dieci anni e che è stato nella veste di presidente della regione Puglia l’iniziatore di una svolta amministrativa politica, che non può candidarsi perché ti farebbe ombra?» I problemi di Elly Schlein al Sud, dove presumibilmente si decideranno le prossime elezioni politiche, sembrano tutt’altro che risolti.