Le recenti elezioni europee hanno definitivamente archiviato, oltre i sogni di gloria di alcuni candidati, anche la presunta giustizia a orologeria e messo in soffitta la questione morale.

Lo dicono i dati elettorali che raccontano una chiara tendenza: i partiti e i protagonisti locali, travolti da scandali di vario genere, sono stati premiati. Un fatto che mostra, semmai ce ne fosse bisogno, che arresti e indagini a pochi giorni dalla tornata elettorale hanno un effetto nullo sulle scelte dei cittadini.

Anzi, in alcuni casi rafforzano le intenzioni di voto, con buona pace della morale, la cui asticella risulta dispersa, e degli innocui appelli alla diversità che arrivano da tutti i partiti. Si potrebbero citare diversi casi da Bari a Genova, le due città investite da inchieste che hanno riguardato presunte mazzette, voto di scambio e scorribande di affaristi e cacicchi. Puglia e Liguria sono casi noti, ma c’è un distretto meno raccontato che spiega come indagini, notizie e vicende compromettenti in realtà siano irrilevanti ai fini del voto.

Il botto di Biella

Biella e dintorni sono il feudo elettorale di un meloniano doc. Si tratta di Andrea Delmastro Delle Vedove, già avvocato della presidente del Consiglio e ora inamovibile sottosegretario alla Giustizia, con delega alla polizia penitenziaria. In questa parte di Piemonte vale la vecchia massima: non si muove foglia che lui non voglia. Anche perché perfino i cerimoniali devono essere all’altezza dei desiderata di Delmastro, altrimenti scatta la resa dei conti. C’è chi giura di averne sentite di urla quando a dicembre in prefettura qualcosa non era andato come previsto.

Non c’è solo il dato caratteriale a preoccupare il partito delle sorelle Meloni, ma due vicende che hanno riguardato direttamente il sottosegretario. La prima è il processo che lo vede imputato per rivelazione di segreto d’ufficio, una faccenda che lo ha turbato anche umanamente, in ragione del pasticcio combinato dal suo ex compagno di stanza, Giovanni Donzelli. Si tratta del caso delle rivelazioni di notizie, rubricate come riservate, relative alle frequentazioni e le visite ricevute da Alfredo Cospito, l’anarchico bombarolo, mentre era al carcere duro.

Delmastro, però, non ha lasciato, ma raddoppiato. E così, a fine anno, ha organizzato un imperdibile Capodanno dove il suo amico, che lui ha fortemente voluto come deputato, Emanuele Pozzolo, si è presentato con un’arma carica. Passata l’una di notte, esauriti i brindisi, dalla pistola è partito un colpo che ha ferito uno dei presenti, Luca Campana, per fortuna solo di striscio. Ora, a distanza di mesi, Pozzolo, che è stato comodamente sospeso ma non è stato espulso dal partito, continua a ripetere una versione diversa da quella ricostruita in perizie, testimonianze e accertamenti.

A sparare, secondo il pistolero, sarebbe stato Pablo Morello, capo della scorta di Delmastro Delle Vedove. Insomma, un guazzabuglio che ha costretto perfino la presidente Meloni a intervenire sulla questione nella conferenza stampa di fine anno.

Qualcuno temeva una scoppola elettorale senza precedenti e, invece, è accaduto esattamente il contrario. Partiamo dalle amministrative di Biella. Il sindaco uscente, Claudio Corradino, in quota Lega, non è stato ricandidato lasciando il posto a Marzio Olivero. Qualche mese fa le cronache avevano anche riportato di un alterco tra Olivero e Delmastro Delle Vedove, una rissa sfiorata, ma era arrivata prontamente la smentita.

I due vanno d’amore e d’accordo e hanno festeggiato insieme il trionfo elettorale. A Biella città il partito di Meloni ha raggiunto il 23 per cento, ma nella provincia è andata ancora meglio, il 37,3 per cento, il dato più alto di tutto il Nord Ovest.

Durante la campagna elettorale sono arrivati ministri, sottosegretari, il governo è venuto a celebrare il regno di Delmastro che è riuscito a conquistare anche il piccolo comune di Rosazza nella valle del Cervo dove sindaca è la sorella, Francesca Delmastro. Lì dove il Capodanno è finito con il botto, Fratelli d’Italia ha raggiunto il 31,37 per cento alle consultazioni europee, ben sedici voti, conquistando lo scettro di primo partito.

Può accadere davvero di tutto, ma niente può scalfire il potere e i consensi nella terra di Delmastro. L’esito elettorale, favorito anche dal record di astensionismo, suggerisce ai partiti di abbassare i toni. Non esiste la giustizia a orologeria, e anche se qualcuno ne dovesse scorgere tracce in qualche indagine, si rassereni. Ha lo stesso effetto di un appello al voto di Matteo Renzi: nullo.

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