Domani partirà il voto su Rousseau sul governo Draghi, e Alessandro Di Battista guida la rivolta. Il grillino fuori dal parlamento si schiera: «io voterò no», a livello parlamentare, di fronte al governo Draghi, ha detto facendosi intervistare mentre il Movimento 5 stelle parlava con il presidente del consiglio incaricato, la strada migliore per il M5S sarebbe «scegliere l'astensione: vuol dire non entrare nel governo ma tenerlo sotto controllo, con un gruppo parlamentare molto compatto» ha detto rispondendo al giornalista Andrea Scanzi in diretta Fb. «Se stai dentro, è molto più complesso denunciare certe porcate», ha detto Di Battista. Intanto però Beppe Grillo ha partecipato personalmente alle consultazioni anche questo pomeriggio, e portato avanti i suoi punti per un eventuale programma di governo. Il comico genovese non ha partecipato alla conferenza stampa finale, ma Crimi, il capo politico del Movimento, ha detto che Draghi li ha rassicurati. Su Grillo Di Battista ha detto: «Credo che lui sia convinto, non ci credo alle pressioni. Crede legittimamente, magari, che certi successi si possano concretizzare in un governo Draghi». Di Battista si smarca: «Io non la penso come lui. Nelle ultime ore non ho parlato con Beppe. Sarò sempre riconoscente nei suoi confronti, anche quando non la pensiamo allo stesso modo».

Lezzi chiama a raccolta

Barbara Lezzi, la senatrice pugliese del Movimento 5 stelle, ex ministra per il Sud, aveva lanciato l’appello già in tarda mattinata: «Partecipiamo alle consultazioni, abbiamo rispetto delle istituzioni, perseguiamo il bene del Paese ma dobbiamo avere ed osservare alcuni limiti per ragioni di responsabilità».

Il M5s, ha scritto su Facebook, non può accettare di condividere il governo con Lega e «ancora di più, con Silvio Berlusconi. Un governo in cui, se allargato a quasi tutta la destra (Meloni esclusa) ricordo, non saremmo ago della bilancia, non avremmo la maggioranza relativa», per la senatrice «potremmo incidere molto meno di quanto fatto fino ad ora perché non avremmo neppure espresso il presidente del Consiglio. Saremmo ininfluenti ma perderemmo per sempre la nostra reputazione».

La nascita di questo governo «ha avuto come obiettivo quello di far fuori Conte e di eliminare il tratto distintivo del M5s» e per lei non è possibile appoggiarlo. A nulla è valso l’appello dello stesso premier Giuseppe Conte nei giorni scorsi ad appoggiare il governo Draghi.

Berlusconi, secondo Lezzi, è una linea che non va oltrepassata: «Noi siamo quelli che abbiamo lottato, dall'opposizione, per cacciare Berlusconi dal Senato e ce l'abbiamo fatta. Noi siamo quelli che abbiamo condiviso i video di Di Battista che leggeva la sentenza Dell'Utri in cui viene scritto nero su bianco che Forza Italia ha finanziato la Mafia». Adesso, prosegue «non possiamo permettere di dare al Paese un segnale così devastante in questo periodo di fragilità». Il problema per Lezzi è la legalità: «Altro che responsabilità, sarebbe molto pericoloso. Vi basterà ascoltare qualche intervista a Gratteri in cui lancia l'allarme su possibili e più semplici infiltrazioni mafiose nell'economia».

La senatrice ha quindi concluso: Se non fossero rispettati questi limiti, meglio astenersi. Avremmo forza e libertà per incidere dal Parlamento con azioni di verifica, indirizzo e controllo».

Appuntamento su zoom

Quasi ogni sera, i parlamentari pentastellati discutono delle sorti di paese in videoconferenza. Anche questa sera si prospetta un altro incontro digitale dall’eloquente titolo V-Day, in memoria dei vaffa-day. Sarà particolarmente animato, visto che Lezzi si ripromette di convincere i parlamentari che sono pronti a dire sì a Draghi: «Parliamone stasera su zoom, soprattutto con i sostenitori del SÌ. Confrontiamoci con serietà, senza fumo negli occhi, ma guardando al bene del Paese e alla sopravvivenza del M5S che non deve perdere la sua etica».

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