Chiudere il Pd per salvare la sinistra?

Per l’ex deputata del Pd Giuditta Pini, la rifondazione è necessaria, poiché la struttura attuale è diventata incapace di riforma.

Giuditta Pini, azzerare e ricostruire il Partito democratico o tenerlo ancora in vita?

Penso che il Pd vada rifondato, ma non sciolto e basta perché non è chiaro cosa ci resterebbe senza un Pd. La rifondazione è necessaria perché con le regole attuali non è più possibile riformarlo. Per come è stato modificato lo statuto dal precedente segretario Nicola Zingaretti, i congressi sono ancora più in mano a chi possiede i pacchetti di tessere. In precedenza, invece, per candidarsi servivano numeri più bassi e le primarie erano tra tre candidati e non due. Ma i primi due candidati sono in genere quelli che spostano le tessere, mentre le energie più nuove e spesso anche i risultati migliori arrivavano dal terzo candidato, quello più “outsider”.

Come può funzionare in pratica questa rifondazione?

Per prima cosa chi negli ultime tre o quattro anni è stato responsabile della situazione in cui ci troviamo adesso dovrebbe fare un atto rivoluzionario: ascoltare e non parlare. Il partito dovrebbe cercare di ascoltare e mettersi in condizione di essere scalabile e permeabile, non èuò fare solo un’operazione cosmetica.

Questo per quanto riguarda la modifica del contenitore, ma che dire invece del cambiamento del contenuto, cioè le idee e le policy?

Le due cose vanno di pari passo. La struttura è importante, ma senza un’idea che sia una non è che hai risolto. Quello che mi preoccupa è che oggi già si parla tanto di alleanze, ma quello dovrebbero essere punto finale di arrivo, non la base di partenza. Se vogliamo essere un partito socialdemocratico bene, ma se invece vogliamo diventare l’ancella del Movimento 5 stelle allora no. In ogni caso le idee devono partire dall’ascolto. Se dico ripartire dalle periferie in realtà non sto dicendo niente. Quando in campagna elettorale ascoltavo i miei dirigenti parlare di periferie di giovani avevo la netta impressione che non avessero esperito minimamente ciò di cui parlavano. Non do parole d’ordine proprio per questo. Dopo dieci anni passati al governo con chiunque per salvaguardare posti di governo o nelle regioni, devi tornare a prendere contatto con quelli che vuoi rappresentare, ascoltarli, raccogliere le loro istanze e portarle avanti. A quel punto si vedrà se qualcuno si unirà. Qua si parla solo di tattiche, con dirigenti che hanno preso il dieci per cento nella loro regione che ci spiegano come fare le alleanze. Dovrebbero invece cercare di capire perché i loro corregionari non li hanno votati.

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