In Italia il fenomeno è vasto: il 35 per cento dei casi registrati riguarda persone dai 25 anni in su. Ma troppo spesso il problema è sottovalutato e poco diagnosticato, complicando l'accesso alle cure
Mina (nome di fantasia ndr) dice che vorrebbe fare tante cose, imparare bene l’inglese e viaggiare. Racconta che per tanto tempo ha dovuto sacrificare quello che desiderava, come quando ha rinunciato a studiare psicologia perché nell’università della sua città quella facoltà non era disponibile. Adesso, invece, dice che sta cercando un lavoro che la faccia sentire libera, in cui «non debba subire» e che soprattutto le permetta di aiutare gli altri. Sta per prendere una laurea triennale in matema



