storie di ordinaria discriminazione

Professionismo, diritti, stipendi. In Italia lo sport non ama le donne

  • L’attrice Aurora Leone del gruppo The Jackal doveva giocare la Partita del cuore, ma non sarà in campo, insieme al collega Ciro Priello, dopo essere stata vittima di un episodio di discriminazione.
  • La sua vicenda è il simbolo di un problema culturale del mondo dello sport italiano che ha anche dei risvolti sociali e legali.
  • Le donne che praticano sport, per legge, non sono considerate professioniste. Sono quindi prive di diritti e tutele. E anche i loro salari sono molto più bassi di quelli dei colleghi maschi.

«Sei una donna, non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole». «Da quando in qua le donne giocano». Questo, come raccontato dalla diretta interessata su Instagram, è quello che l’attrice del gruppo The Jackal Aurora Leone, a Torino insieme al collega Ciro Priello per partecipare alla Partita del cuore tra Nazionale cantanti e Campioni per la Ricerca, si è sentita dire da due persone dello staff della Nazionale cantanti tra cui il direttore generale Gianluca Pecchini (che si è poi dim

Per continuare a leggere questo articolo