Per molte volte annunciata come potenziale nuova ministra degli Esteri, Elisabetta Belloni alla fine lascia il ruolo di segretario generale della Farnesina per andare a riempire una delle caselle più delicate dell’intricato groviglio politico in cui si deve muovere il primo ministro Mario Draghi. Il premier ha annunciato ieri sera la nomina di Belloni a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, silurando il prefetto Gennaro Vecchione, uomo di fiducia di Giuseppe Conte a cui l’ex premier giallorosso avrebbe voluto affidare anche la costruzione del nuovo istituto per la cybersicurezza, punto di raccordo tra comparto pubblico della sicurezza e imprese private. Una mossa apprezzata anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che vede liberarsi un posto centrale del suo dicastero e che può anche aiutare Draghi con alcuni degli interlocutori che più gli interessano, cioè gli Stati Uniti di Joe Biden.

L’era delle nomine

L’incarico ai vertici dei servizi è di certo peculiare rispetto a tutti quelli che il governo di Draghi dovrà affidare da qui alla fine dell’anno, ma il cambio di ieri apre di fatto la stagione delle nomine all’orizzonte, che vanno dal rinnovo dei vertici di Cassa depositi e prestiti, che controlla decine di società, a quelli delle Ferrovie, Anas fino alla Invitalia di Domenico Arcuri. La nettezza della decisione, di rottura con la stagione di Conte, manda anche il messaggio chiaro che il premier è pronto a cambiare molto.

Il ministero dell’Economia guidato dal fedelissimo di Draghi, Daniele Franco, per parte sua ha già messo le cose in chiaro su come si dovrà procedere. Con una direttiva indirizzata al Tesoro di Alessandro Rivera, allo stesso tempo di routine nella forma ma significativa nella sostanza, il 31 marzo scorso ha voluto regolamentare più nel dettaglio le procedure di selezione dei nuovi amministratori delle società controllate non quotate e anche le procedure per la selezione degli amministratori delle società controllate indirettamente, una galassia che nei prossimi mesi potrebbe includere anche società come Open Fiber, coinvolta nella partita della rete unica. Un messaggio, quello del Tesoro, quantomeno di ordine e disciplina. Vedremo con quale impatto.

Risorse interne

Il ministro ribadisce al dipartimento del Tesoro l’obbligo di indicare a gennaio le posizioni in scadenza, mantiene il ricorso alle società di head hunting, ma chiede a tutti anche di valutare assieme alle competenze anche l’ottimale composizione collettiva degli organi societari considerando anche età e genere e pure le competenze su sostenibilità sociale e ambientale, allargando criteri a cui le maggiori controllate già sulla carta in teoria si adeguano. Soprattutto ribadisce che per le controllate non quotate, vedi Invitalia, si dovrà prevedere per quanto possibile la «presenza di dipendenti del ministero». E che anche gli esterni dovranno passare la stessa procedura di selezione.

Supervisione del Tesoro

Alle stesse procedure dovranno adeguarsi anche le controllate indirettamente dal Mef per cui le capogruppo dovranno fare come il Tesoro e cioè redigere un regolamento in materia di selezione e nomina seguendo gli stessi criteri. Significa ancora una volta prediligere le risorse interne, non raddoppiare i ruoli nominando amministratori della capogruppo e seguire il principio di onnicomprensività della remunerazione che vale per i dirigenti della Pubblica amministrazione.

Tuttavia ci sono eccezioni, per esempio nel caso in cui gli amministratori abbiamo una delega continuativa, come il presidente di Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini, che potrà per esempio continuare a sedere nel consiglio di amministrazione di Cdp Equity, la società che ha in mano tutte le partecipazioni della Cassa depositi e prestiti che contano, attivissima negli ultimi mesi. Il ministro dell’Economia Franco spiega che le capogruppo devono redigere una relazione «dettagliata e motivata» sulla selezione dei candidati per gli organi societari che deve passare dal Tesoro e deve includere l’illustrazione dei criteri seguiti nella selezione. Relazione che deve essere inviata tempestivamente al dipartimento attualmente guidato da Alessandro Rivera perché venga valutato il rispetto dei criteri e delle procedure.

Stando alla nuova direttiva il governo impegna a più trasparenza, e meno sovrapposizioni di ruoli che possono portare a incrociare interessi diversi rispetto a quelli dei cittadini. Questo ovviamente sulla carta, ora però bisognerà vedere che scelte verranno fatte. E se la promesse verranno rispettate.

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