Matteo Renzi denuncia Report. Il leader di Italia viva non ha preso bene il servizio andato in onda lunedì scorso durante la trasmissione di Rai 3 che ha mostrato come, nella piazzola di un autogrill di Fiano Romano, il senatore abbia incontrato un agente dei servizi segreti, Marco Mancini. L'appuntamento è durato quaranta minuti ed è avvenuto il 23 dicembre scorso, nel pieno della crisi del governo Conte, quando il tema dei servizi segreti – ricorda Report - era una delle questioni di attrito principali all'interno della maggioranza.

La denuncia

Dopo aver provato a difendersi con un’interrogazione parlamentare voluta dal deputato Luciano Nobili (che accusa il programma di essere stato influenzato dall’ex portavoce Conte, Rocco Casalino, e di aver organizzato a pagamento a novembre un servizio per ledere l’immagine di Renzi), il leader di Italia viva passa al contrattacco contro il servizio di Giorgio Mottola e Danilo Procaccianti che, a suo dire, «andrebbe studiato nei manuali di complottismo». La denuncia, che Domani ha potuto consultare, è stata presentata alle 12.20 di stamattina, sabato 8 maggio, alla questura di Firenze.

Secondo la difesa di Renzi, il racconto fornito dalla fonte di Report – un’insegnante che si trovava nel piazzale dell’autogrill di Fiano Romano, dove ha visto Renzi e Mancini discutere – è contraddittorio, soprattutto nella parte in cui descrive il momento in cui le auto con a bordo rispettivamente l’agente dei servizi segreti e il leader di Italia viva si sarebbero allontanate dal luogo dell’incontro.

Inoltre, si legge ancora, «è possibile che Renzi sia stato seguito e/o che qualcuno abbia violato la Costituzione e la legge intercettando e riprendendo in modo illegittimo un parlamentare della Repubblica». Si parla di una «grave violazione dei diritti del senatore e della sua riservatezza, nonché della libertà e segretezza delle conversazioni e incontri».

I reati contestati 

Renzi contesta alla trasmissione di Report la violazione di due articoli del codice penale, il 617 bis e il 323. Il primo riguarda le intercettazioni: «Se fosse accertato come vero – si legge nella denuncia – che nessuna captazione casuale vi è stata, ma che sono state installate presso l’autogrill apparecchiature» per intercettare Renzi e Mancini e se «sono stati anche pedinati», allora ci sarebbe una violazione dell’articolo 617 bis. Aggravato dal fatto che Renzi è un senatore della Repubblica, protetto dall’articolo 68 della Costituzione.

Il secondo, invece, riguarda il possibile abuso d’ufficio dei pubblici ufficiali che avrebbero intercettato Renzi, se fosse dimostrato che l’insegnante non si trovasse all’autogrill per un semplice caso fortuito.

Sequestro e perquisizione

Per questo motivo, il senatore chiede il sequestro delle riprese girate quel 23 settembre nell’autogrill di Fiano Romano dalle telecamere di sorveglianza del piazzale, del video e delle foto scattate dall’insegnante, con tanto di «analisi tecnica per capire se vi siano state manipolazioni o alterazioni». Non solo: il senatore chiede di perquisire, al fine di accertare come sia stato effettivamente documentato il suo incontro con Mancini, anche i cellulare e i computer dell’insegnante al fine di verificare la sua corrispondenza, oltre al servizio messo in onda da Report.

La replica di Ranucci

Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, non ha ancora commentato la denuncia di Renzi. Ieri, tuttavia, è tornato sul servizio e sulle accuse del senatore, secondo cui dunque il servizio è falso soprattutto perché non è chiaro quando l’insegnante – che sarà presente nella prossima puntata del programma, lunedì – sia andata via dall’autogrill.

«Come al solito – ha detto Ranucci – si coglie soltanto ciò che fa più comodo… Intanto, il filmato non è di 40 minuti come scrive Renzi, ma dura circa 20 secondi, almeno quello che lei ci ha dato: 40 minuti è la durata del colloquio di Renzi con Mancini, come si può ricavare dagli orari in cui la signora ha scattato le prime e le ultime foto. Filmato che, tra l'altro, lei non ha dato subito a noi ma a un giornale, nella serata del 31 dicembre, dunque pochi giorni dopo il fatto. E non è vero che aveva riconosciuto Mancini, ma inizia a riprendere dal momento in cui arriva Renzi: non conosceva il volto dell'uomo dei servizi segreti, ha solo notato la presenza di una scorta, si è incuriosita e all'arrivo di Renzi li ha fotografati e poi ripresi».

Ranucci ha riferito che «l'insegnante si è detta disponibilissima a incontrare Renzi personalmente, ovviamente lontano dalle telecamere. Noi, sicuramente torneremo nella puntata di lunedì prossimo sull'argomento». Sulle accuse di complottismo, per punire Renzi di aver fatto cadere il governo Conte, «è quanto vuol far passare lui. Lei è disposta a dare il suo nome in commissione, purché secretata perché si è spaventata dalla violenza con cui è stata sospettata e attaccata, con reazioni anche scomposte e atteggiamenti gravi, anticipate peraltro dalla presentazione di interrogazioni parlamentari 'intimidatorie' basate su dossier falsi contro la Rai, ovvero contro la Tv pubblica di Stato».

Ranucci ha replicato anche all'osservazione di Renzi secondo cui non si sarebbero potuti dirigere uno verso Firenze e l'altro verso Roma in quanto l'autostrada non lo permette: «Abbiamo persino ripreso gli svincoli: l'insegnante è ripartita con la sua auto contemporaneamente a Mancini, mentre Renzi è rimasto all'Autogrill; e ha potuto vedere che Mancini andava verso Fiano Romano e da lì si può cambiare e tornare indietro, mentre poi lei stessa è stata superata a 180 km/h dalla macchina di Renzi: per questo ha detto che i due sono ripartiti in direzioni opposte. E aveva il finestrino dell'auto abbassato, per il malore del padre, il che le ha consentito di sentire l'ultima frase di saluto fra i due: nessun orecchio bionico...e soprattutto nessun mistero».

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