Gazprom ha ridotto le forniture per il 15 giugno del 15 per cento, Eni ha fatto sapere che non è stata comunicata la motivazione. A fronte della mossa che rende ancora una volta evidente il ricatto del metano di Vladimir Putin, l’Italia non risentirà immediatamente di questo ammanco, ma il timore resta in relazione al taglio ben più rilevante che sta subendo la Germania e in futuro per quello che potrebbe accadere in inverno.

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha comunicato che l'andamento dei flussi di gas è «costantemente monitorato in collaborazione con gli operatori» e che «al momento non si riscontrano criticità».

Così la ormai celebre domanda del presidente del Consiglio Mario Draghi «vogliamo il condizionatore d’aria acceso o la pace?» continua ad avere come risposta il condizionatore.

Gli altri paesi

Il mercato italiano nel corso dell’estate ha una domanda più bassa. Per oggi sono previsti consumi per 160 milioni di metri cubi e c’è una disponibilità di 200 milioni di metri cubi. La gran parte arriva secondo i dati Snam da Algeria, dunque via Transmed, rigassificatori e Azerbaigian tramite Tap. Il gas in più può essere usato per gli stoccaggi, quindi per il metano che servirà a bilanciare il sistema in inverno, quando la domanda sarà il doppio o  – nelle giornate più fredde – il triplo. Attualmente, il dato aggiornato a lunedì dice che sono pieni pieni al 53,7 per cento.

L’inverno

Al momento non ci sono allarmi, ma un taglio prolungato sia in Italia sia in Germania avrebbe ripercussioni sull’inverno. Mentre continuano a essere riempiti gli stoccaggi, resta il fatto che se arriva meno metano vengono riempiti di meno e non è prevedibile cosa accadrà alla domanda e all’offerta quando la domanda crescerà, anche perché agli stoccaggi si ricorre già in tempi di pace. In questi ultimi mesi, l’import dalla Russia attraverso Tarvisio è stato volatile, ma anche dal gasdotto che arriva a Passo Gries, dove viene convogliato il metano che arriva dai paesi nordici, i volumi sono calati.

La tecnica e la politica

Prima dell’Italia, la Germania si è trovata a fronteggiare il taglio di martedì del 40 per cento delle forniture al paese tramite Nord Stream I. Gazprom ha fatto sapere che il problema sarebbe tecnico. Alcune turbine Siemens tardano a essere consegnate per via delle sanzioni e questo, secondo la compagnia, renderebbe impossibile procedere alle consegne previste.

La riduzione dei flussi italiani potrebbe essere collegata a livello di sistema, ma non di tubi. Infatti l’Italia importa metano russo da un’altra rotta, quella ucraina del gasdotto Bratstvo, impianto che nelle scorse settimane aveva già avuto un primo lieve calo.

La Germania non ha dubbi: quella di Putin è una decisione non dettata da contingenze. ll ministro dell'Economia tedesco, il vice cancelliere Robert Habeck, ritiene che il taglio delle forniture di gas attraverso il gasdotto Nord Stream I annunciato da Gazprom costituisca una «decisione politica».

Lo ha detto lui stesso, parlando oggi a Berlino, secondo quanto riporta la stampa tedesca. La procedura, a suo parere, «non è tecnicamente giustificabile». Intanto il commissario europeo Paolo Gentiloni ha escluso durante un evento di Politico che ci saranno sanzioni. «La nostra risposta tradizionale è che nulla è fuori dal tavolo. Ma devo dire che al momento non abbiamo sul tavolo nuove misure che coinvolgano l'embargo al gas».

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