Dovrebbe arrivare oggi il via libera definitivo alla nascita del terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Intanto, continuano i lavori per compilare le liste. Oggi pomeriggio Enrico Letta presenterà il simbolo del Pd. 

La diretta

14.34 – Si chiamerà “Noi moderati” la lista unitaria tra Noi con l’Italia, Coraggio Italia, Italia al centro e Udc che si presenterà con la coalizione di centrodestra alle elezioni di domenica 25 settembre. Lo ha spiegato il presidente di Noi con l’Italia Maurizio Lupi nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova lista. La lista secondo Lupi «non è un contrappeso per riequilibrare il centrodestra. 

Il simbolo della lista porta il nome scritto in bianco su sfondo blu. Nella parte inferiore c’è il logo dell’alleanza Noi con l’Italia-Italia al centro (Lupi-Toti) e affianco quello di Coraggio Italia di Luigi Brugnaro. 


14.32 – Presentato il simbolo della nuova coalizione.


13.03 – Arriva anche Carlo Calenda a celebrare l’accordo raggiunto con Italia viva. 

 


12.35 – Matteo Renzi racconta l’accordo con Carlo Calenda su Facebook. «Per costruire una casa nuova ci vuole un pizzico di follia, e quella non manca. Ci vuole l’entusiasmo, che in queste settimane è stato addirittura straripante. E ci vuole anche tanta generosità. Perché consentire a un progetto di partire richiede anche che qualcuno sappia fare spazio e non pretendere ruoli» scrive, facendo riferimento alla propria scelta di fare un passo di lato e lasciare il ruolo di front runner a Calenda.

 

12.02 – Virginia Raggi torna nel dibattito sulle parlamentarie grilline. Ieri aveva denunciato il rischio di non rispettare le regole storiche del Movimento. 

Raggi ribadisce che sarebbe candidabile: «Secondo le nostre regole interne, quella del doppio mandato e del mandato Zero, ritengo che sarei stata perfettamente candidabile». Nonostante questo l’ex sindaca rinuncia perché non si sentirebbe a suo agio a fare il salto fuori dall’Assemblea capitolina, scrive. Poi, sferra un altro attacco a Conte: «Ma soprattutto, non ho mai nascosto la mia contrarietà verso le alleanze strutturali e i campi progressisti con i partiti tradizionali e ad oggi non potrei dire con certezza quali saranno, nei prossimi cinque anni in Parlamento, i nostri futuri compagni di viaggio in Parlamento, a differenza di quanto accade nel Consiglio di Roma dove la nostra linea è da sempre è chiara».


11.46 – Renzi annuncia con una storia Instagram il raggiungimento dell’accordo con Calenda. «Anche in politica servono gli assist» è la didascalia del video in cui l’ex premier durante una partita di calcio passa la palla all’attaccante che pochi secondi dopo segna un gol, fornendo appunto l’assist vincente. La metafora rappresenta la decisione di Renzi di fare un passo di lato e lasciare a Calenda il ruolo di front runner: secondo indiscrezioni sarebbe il suo nome quello che appare più grande nel logo dell’alleanza nascente. 


11.39 – «Io mi auguro che l'uscita di Calenda dalla coalizione porti via con sé tutti i veti che ha messo e tutti gli insulti che ci ha rivolto. Io non ho risposto perché mi hanno insegnato che con i bulli è meglio porgere l'altra guancia». Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Impegno civico, Luigi Di Maio, rispondendo a una domanda in conferenza stampa alla Camera.

Nell’accordo concluso e poi stralciato da Calenda con il Pd c’era l’assicurazione che Di Maio e gli altri leader della coalizione non corressero nei collegi uninominali.


11.35 – «Di fronte all'inflazione, che sta erodendo i redditi e i risparmi delle famiglie, vogliamo azzerare l'Iva sui prodotti di prima necessità come il pane, la pasta o il latte». Lo scrive su Twitter il leader di Fi Silvio Berlusconi.


11.09 – Luigi Di Maio presenta l’alleanza tra Impegno civico con Agenda civica nazionale, la formazione di sindaci che fa riferimento a Alessio Pascucci, Consigliere della Città Metropolitana Roma Capitale, già Sindaco di Cerveteri e coordinatore di Italia in Comune.

«In questi giorni Calenda ha passato il tempo a fare il bullo invece di fare proposte serie» ha detto Di Maio durante la presentazione.


10.29 – Nasce ufficialmente oggi pomeriggio la lista unica dei moderati di centrodestra, composta da Noi con l'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al centro per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre. La presentazione della lista e del simbolo oggi pomeriggio alle 14 nella sala stampa della Camera dei deputati, alla presenza dei quattro leader, Maurizio Lupi, Luigi Brugnaro, Lorenzo Cesa e Giovanni Toti.

Mentre si terrà oggi alle 11, presso la sala stampa della Camera, la conferenza stampa di Impegno civico con Luigi di Maio, Bruno Tabacci, e Alessio Pascucci, promotore di Agenda nazionale civica.


10.20 – Italia viva e Azione cavalcano le dichiarazioni di Goffredo Bettini. L’ex deputato Pd in un’intervista stamani non ha chiuso a un’eventuale alleanza con i Cinque stelle dopo le elezioni.


10.16 – «Davvero la Meloni vuole consegnare il fascismo alla storia, come ha annunciato ieri? Ha un'occasione d'oro per dimostrarlo. Domani si presentano i simboli elettorali: faccia togliere dal simbolo di Fratelli d'Italia la fiamma del Movimento Sociale Italiano. Perché quella fiamma, come Giorgia Meloni sa perfettamente, è da sempre un riferimento esplicito alla fiammella che arde sulla tomba di Benito Mussolini e per questo è il principale simbolo del neofascismo italiano». Lo scrive su Twitter il deputato Pd Andrea Romano. 

Sul giornale di oggi il nostro Davide Maria De Luca racconta tutta la storia della fiamma tricolore. 


9.29 – Mario Barbuto, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sarà candidato dalla Lega alle elezioni Politiche del 25 settembre. «Siamo orgogliosi di accogliere Mario in squadra» dice il segretario federale della Lega Matteo Salvini. «Insieme al presidente Barbuto e al ministro Erika Stefani abbiamo già combattuto battaglie importanti al fianco delle persone cieche».


9.27 – «In futuro come dice Goffredo (Bettini ndr) tutto può succedere, oggi non vedo le condizioni perché riprenda il dialogo» tra M5s e Pd. Così a Agorà su Raitre il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli su quanto affermato dall'ex deputato Pd in una intervista al Corriere della sera sull'imprevedibilità della politica.

«Lo dico a malincuore» afferma il ministro che ricorda di avere «creduto» al rapporto tra Partito democratico e Movimento 5 stelle.


8.52 – «Ho imparato che in politica, a differenza delle aziende, finché non hai chiuso non hai chiuso. Vediamo. Ciò che è importante è che si crei un'alternativa a questa situazione. Oggi in giornata decideremo, ma sono ottimista, questo sì», ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda a Rtl 102.5.


8.39 – «Per me essere progressista vuol dire mettere al centro della politica la giustizia sociale, intesa come possibilità di crescita personale che tutti devono avere. È l'articolo 3 della nostra Costituzione: dare una possibilità a tutti» così il neocandidato Pd-+Europa Carlo Cottarelli in una lettera a Repubblica. Per l’economista «l'Italia è a un bivio economico. Il Pnrr è stato portato avanti con energia dal governo Draghi. Questo, insieme a un uso oculato delle risorse messe a disposizione dall'Unione Europea e dalla Bce ha consentito una forte ripresa».

Ora, per Cottarelli, «c'è chi ha affossato prematuramente il governo Draghi e chi parla di rinegoziare il Pnrr. E c'è chi si illude che la Bce debba continuare per sempre, anche in diverse condizioni di inflazione, a stampare euro come fosse il nostro bancomat. Gli spazi di bilancio andranno inevitabilmente a ridursi. Diventa allora fondamentale usare le più limitate risorse in modo oculato, dando priorità alla pubblica istruzione, alla sanità, agli investimenti pubblici».


8.17 – «Mi sono speso fino all’ultimo per salvare la prospettiva unitaria con Conte. Non rinnego nulla delle scelte passate. Insieme abbiamo salvato l’Italia, ottenuto miliardi preziosi dall’Europa e affrontato con dignità ed efficacia la pandemia». Così, in un’intervista al Corriere della Sera Goffredo Bettini, eminenza grigia del Partito democratico, pur riconoscendo che «la sfiducia al governo Draghi è stato un grave errore di Conte, è rimasta una ferita profonda». 

Resta aperta la possibilità di un ritorno coi Cinque stelle: «Dopo il 25 settembre si vedrà. La bellezza della politica è nella sua imprevedibilità». 


8.08 – Anche Mariastella Gelmini, ex azzurra oggi in Azione, dice che «Le premesse per far nascere con Matteo Renzi un centro, luogo di dialogo e programmi seri, ci sono tutte. Le prossime ore sono decisive. Vedremo se gli amici di Italia viva sono disposti a condividere con Azione questo progetto» dice in un’intervista ad Avvenire. 


7.51 – «Questa destra è una tigre di carta» che «ha ritenuto prioritario trovare la quadra sulla spartizione dei collegi prima che sul programma». Giuseppe Conte lo dice in un'intervista ad Avvenire. Su Beppe Grillo, criticato nei giorni scorsi da Alessandro Di Battista, il presidente del Movimento 5 stelle aggiunge: «È un personaggio polarizzante, è normale che susciti sentimenti contrapposti e spesso contrastanti. Io lo conosco come l'uomo che ha anticipato priorità che sarebbero state centrali nella politica. Rimane fondamentale».

Conte non ha apprezzato la presa di posizione di Virginia Raggi, che ha chiesto chiarezza sulle regole delle parlamentarie: «La rassicuro: ci saranno, chiare e puntuali, in linea con lo statuto. Non come fatto da lei, quando nel 2021 si è autocandidata di sua iniziativa a Roma». 

Conte dice anche no a un appoggio a un possibile nuovo governo Draghi, qualora ci fosse dopo il voto una situazione di stallo. 

7.32 – «Se c'è un progetto politico, sono pronto a fare un passo indietro, Carlo può fare il front runner in campagna elettorale e noi gli daremo una mano». È quel che dice a La Stampa Matteo Renzi, che conferma l'accordo con Calenda per creare un terzo polo è in vista e spiega che «può prendere voti sia a Forza Italia che al Pd e con un buon risultato al proporzionale, possiamo essere decisivi in Parlamento per far tornare Mario Draghi». Renzi spiega che a suo parere Letta e il Pd hanno sbagliato. «Ha fatto una frittata, è il miglior amico di Giorgia Meloni».

Secondo l’ex premier, il segretario avrebbe dovuto scegliere tra «un grande accordo repubblicano» coi Cinque stelle, o «presentarsi agli elettori in nome di Draghi, riunendo tutti quelli che vorrebbero riportarlo a palazzo Chigi» oppure ancora andare solo. È sicuro che «il terzo polo può prendere voti sia a Forza Italia che al Pd».

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