- Il regista di «Progresso Torino» spiega perché ha mollato i compagni. In nome di Rosselli e Einaudi finirà con gli amici di Orban e di Trump. Bordate da sinistra: «Un imbroglio, un falso in atto pubblico».
- La replica: «Damilano è un liberaldemocratico, competente e innovativo. Dall’altra parte invece ci sono il Pd e i Cinque stelle, che sono oggettivamente alleati anche se fanno finta di no. Lo Russo rappresenta la somma dei loro fallimenti».
- Nel testa a testa fra i due candidati, Stefano Lo Russo per il centrosinistra e Paolo Damilano per il centrodestra, una manciata di voti farebbe la differenza.
«Chiunque vinca non potrà fare peggio di quelli di prima. Se vince Damilano vuol dire il 20 per cento dei torinesi di sinistra avrà votato a destra. Dunque sarà chiaro che a Torino la destra non basta a vincere». Alberto Nigra ammassa troppe risposte a una domanda che da giorni gli fanno tutti, e con toni sempre meno amichevoli: e se la sua lista “di sinistra” fosse determinante per consegnare, per la prima volta dal dopoguerra, le chiavi di Torino alla destra, dopo la parentesi grillina? In re



