«Mi ricandido solo per fare una rivoluzione». Lo afferma il sindaco di Milano, Giuseppe Sala in un'intervista al Corriere della sera. La sua sarà una lista di giovani, guidata da un uomo e da una donna, e «ci sarà un gruppo di persone che si giocherà le sue carte per essere definito delfino o delfina. Una delle risorse di Milano, lo si è visto in questa crisi pandemica, è la vita ricchissima dei suoi quartieri», ha aggiunto Sala. 

«In passato tanti hanno parlato di città policentrica arrivando a mitizzarla, ma mai a realizzarla. Ora ci sono i presupposti perché questo accada. Noi crediamo nella città in 15 minuti, rifondata sulla prossimità. Ci crediamo perché una delle cose che cambierà sarà la mobilità. Meno mobilità o comunque diversa».

Per il sindaco Sala la città in 15 minuti «significa garantire ai cittadini tutti i servizi primari vicino a casa», chiarisce, «appunto in 15 minuti a piedi o in bicicletta. Bisogna trovare la formula per dare la dignità del vivere anche a chi non abita in un quartiere centrale. Sì, la Milano del futuro è policentrica. La città è un sistema circolatorio e nervoso, è un organismo da valutare nel suo insieme. Certo: la scuola, l'anagrafe, la cultura, l'ambiente vanno pensati come servizi di base che devono essere a portata di mano. Il tempo della necessità va accorciato. Ma so benissimo che è metà dell'opera».

Tra sindaci delle altre città, aggiunge Sala, «pensiamo tutti allo stesso modo: dovremo cambiare. Ma le città non sono al tramonto. La forma città è talmente significativa in questa era di transizione, che Elon Musk ha annunciato di avere venduto molte delle sue proprietà per concentrarsi sul progetto di una città da fondare su Marte. Una città, non uno stato. Prendiamola come metafora. Soltanto mettendosi in questa prospettiva intuiamo il futuro: città e mondo cambiano insieme. Questa è ciò che chiamo rivoluzione».

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