Puglia, le candidature che imbarazzano Lega e Fratelli d’Italia: le inchieste sui portatori di voti

Giacomo Conserva e Renato Perrini sono tra i pochi consiglieri uscenti della coalizione di centrodestra a sostegno di Luigi Lobuono che saranno candidati alle prossime regionali che si terranno in Puglia il 23 e il 24 novembre. I loro nomi, però, compaiono anche in un’indagine della digos di Taranto finita poi sul tavolo del sostituto procuratore della “città dei due mari” Francesco Ciardo che, proprio qualche settimana fa, ha chiuso le indagini nei confronti dei due politici appartenenti rispettivamente alla Lega e a Fratelli d’Italia, oltre che del consigliere provinciale di Forza Italia, Angelo Laterza, di tre avvocati, Domenico Miccolis, Giuseppe Fiore e Sante Annese, e di altri quattordici cittadini. L’accusa formulata dalla procura jonica nei confronti di Giacomo Conserva è di aver violato, in concorso con altri, il “Testo Unico delle leggi per la composizione e la elezioni degli organi delle amministrazioni comunali”, cioè «aver con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di Consigliere della Regione Puglia deputato all’autentificazione delle firme delle dichiarazioni di presentazione delle liste elettorali, falsamente formato le dichiarazioni della lista denominata Prima Massafra», si legge nell’avviso di conclusione delle indagini. «Serve più coraggio», ma i riformisti Pd non spaventano Schlein Tradotto dal codice penale, in sostanza, in occasione delle elezioni amministrative che si sono svolte la scorsa primavera nel comune di Massafra, nel Tarantino, il politico - secondo quanto si legge nelle carte dell’indagine - avrebbe attestato come autentiche delle firme risultate poi false. Infatti, una volta interrogati dalla Digos, diversi cittadini hanno disconosciuto quella firma e, soprattutto, negato di averlo fatto dinanzi all’avvocato o al membro del partito deputato ad autenticarle. All’altro deputato regionale, Giacomo Perrini, campione di preferenze alle scorse regionali e colonnello di Fratelli d’Italia in provincia di Taranto, l’accusa formulata dal magistrato Francesco Ciardo è la medesima: «Aver falsamente formato le dichiarazioni di presentazione delle liste denominate “Forza Italia”, “Fisicaro Sindaco”, “Azione e Rinascita” a sostegno della candidatura a sindaco di Massafra di Emanuele Fisicaro». Anche Perrini, dunque, avrebbe - secondo il magistrato - attestato falsamente l’autenticità delle firme dei sottoscrittori nonché di averle acquisite in sua presenza. Sangiuliano candidato in Campania, Bartoli (Ordine dei giornalisti): «No alle porte girevoli» Imbarazzo Quando la notizia dell’indagine è trapelata qualche settimana fa, anticipata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, i maggiorenti del centodestra pugliese hanno espresso fiducia nella magistratura, ma hanno fatto quadrato attorno ai loro esponenti. Dal partito di maggioranza relativa al governo nazionale, Fratelli d’Italia, i colonnelli pugliesi si sono stretti in difesa del loro capogruppo regionale Renato Perrini, dichiarando in coro «che chi si occupa di presentazione di liste, specie nei Comuni, sa perfettamente che chi autentica lo fa molto spesso in modo automatico fidandosi di chi gli sottopone quegli elenchi da firmare». Inoltre, i meloniani di Puglia hanno auspicato che «visto il momento politico ed elettorale, venga fatta subito chiarezza sugli episodi contestati». Incarichi senza fine: la Lega salva la poltrona ai consiglieri-assessori Di attacchi costruiti ad arte, invece, hanno parlato i leghisti pugliesi, difendendo la buona fede del loro consigliere regionale Giacomo Conserva, «di cui conosciamo la sua correttezza, la sua serietà e la sua trasparenza, e con cui continueremo insieme a portare avanti le nostre battaglie per i cittadini senza lasciarci condizionare da chi prova a screditarci», hanno scritto in una nota, avanzando anche sospetti di giustizia ad orologeria in vista della competizione elettorale. I fatti – hanno chiosato ancora dalla Lega – «risalgono ad aprile, «in appena cinque mesi sono state ascoltate oltre cinquanta persone ed è già stato notificato un avviso di conclusione delle indagini. Una coincidenza che lascia più di un sospetto». In tutti i casi, i consiglieri regionali indagati, tra qualche giorno, potrebbero essere archiviati dalle loro posizioni o essere rinviati a giudizio dalla procura tarantina diretta da Eugenia Pentassuglia. Nel frattempo, però, nella Lega pugliese c’è imbarazzo dopo l’avviso di conclusione delle indagini notificato qualche giorno fa all’ex presidente della provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, ed attuale commissario pro-tempore dell’Autorità Portuale. Gugliotti in questi giorni è in attesa della nomina come presidente dell’Autorità da parte del segretario del suo partito, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Contestualmente, dovrà difendersi dalle accuse formulate nei suoi confronti dal PM Francesco Ciardo: dai reati di calunnia e falso giuramento, perché avrebbe inviato alla procura di Taranto undici esposti anonimi contenenti false accuse per screditare gli avversari politici.