Di gestazione per altri a Riano Flaminio non se n’è affatto parlato. L’argomento non è tra i più graditi nei conversari con Elly Schlein, e poi ieri il tema non c’entrava proprio niente. La segretaria ha riunito la sua segreteria per la prima volta, ha scelto di farlo nel paesino laziale dove fu ritrovato il corpo straziato del socialista Giacomo Matteotti. Lì la consegna era affrontare solo temi forti e chiari.

E infatti da lì lei ha voluto replicare all’ennesimo svarione del presidente del senato Ignazio La Russa, secondo cui «l’antifascismo non è in Costituzione». «L’antifascismo è la nostra Costituzione», è il messaggio della leader.

In realtà la gpa non era all’ordine del giorno neanche della prima riunione della direzione, giovedì scorso, ma lì era evidente che l’argomento sarebbe saltato fuori. La prima a parlarne è stata l’europarlamentare Silvia Costa, senza preamboli: «La segretaria ha detto che si vuole confrontare sulla gpa. Ci dica come e dove si farà questo confronto. La risposta data ieri ai cronisti è poco chiara».

La proposta Zan

“Ieri” era il giorno prima, mercoledì, alla prima conferenza stampa della segretaria: che sul tema fin lì era riuscita a dribblare i cronisti. Lì non poteva. E allora ha misurato le parole: «Ho sempre detto di essere personalmente favorevole alla gestazione per altri, ma non l’abbiamo inserita nella mozione perché siamo disponibili al confronto».

Poi ha dato la sua parola: non si tocca nulla. «Nella proposta di legge che abbiamo presentato in parlamento», ha detto riferendosi al testo depositato dal deputato Alessandro Zan, «si prevede il matrimonio egualitario, le adozioni, il riconoscimento dei figli (delle coppie omosessuali, ndr), ma non la regolazione della gpa».

Questa proposta discende da un lavoro con le associazioni arcobaleno, ma non con il partito. Schlein ha anche assicurato che incontrerà le firmatarie di una lettera sottoscritta da cento femministe contrarie alla “surrogata”. C’è un prequel: durante la segreteria Letta le stesse femministe non sono mai state ricevute perché contrarie al ddl Zan contro la violenza omofobica, che invece per il segretario era una legge-bandiera. Finita però malamente in senato, impallinata da fuoco amico.

Oggi siamo in una nuova legislatura e c’è un nuovo segretario, che è una segretaria. Ma anche la nuova segretaria, riservatamente, chiede ai suoi di non dare risalto mediatico alla questione della gpa: «È l’agenda che ci vuole imporre la destra strumentalmente, per dividerci». Perché sa che sul punto la maggioranza dei parlamentari Pd non è d’accordo con lei. Non solo i cattolici. Ma i cattolici del Pd sono molto preoccupati e irritati dalle fughe in avanti dello stretto giro di Schlein.

Incertezze e divisioni

E hai voglia di spiegargli che la nuova legge Zan non si occupa di gpa, che è e resterà vietata in forza della legge 40. E che questa nuova legge ha tre cardini: il matrimonio egualitario, l’adozione alle coppie dello stesso sesso e ai single, il riconoscimento alla nascita per bambine e bambini, dunque la gpa non c’entra nulla.

Ma quei tre punti, che Schlein considera un minimo comune multiplo nel Pd, o forse il massimo comune denominatore, comunque le tre cose su cui tutti e tutte sono d’accordo, sono davvero una certezza? In realtà no: nel Pd c’è chi è per i matrimoni egualitari ma non crede che la trascrizione dei certificati nati all’estero debba essere fatta nella maniera proposta da Zan. Chi invece è poco convinto che tre temi debbano essere affrontati insieme.

Chi infine avanza dubbi di metodo: per esempio alla direzione, il cattolico Stefano Lepri ha spiegato di essere «sorpreso» dal testo presentato, perché sui «temi sensibili» serve una strada più condivisa: «La direzione nazionale è il luogo dell’indirizzo politico. È qui non altrove che occorre trovare la sintesi in un partito plurale, specie quando le posizioni sono diverse. La presentazione del disegno di legge sul matrimonio egualitario sorprende, perché sui temi sensibili occorre sempre un preventivo e approfondito confronto. Ci aspettiamo che ci sarà». Tradotto: memento Zan.

No al testo della destra

Una via per mettere insieme tutto il partito c’è. Alla camera, in commissione giustizia, sono in corso le audizioni sul testo dei Fratelli d’Italia – prima firmataria Maria Carolina Varchi – che riprende dalla scorsa legislatura un testo a firma Giorgia Meloni, che introduce «la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all’estero da cittadino italiano». Perché alla destra non basta che la gpa sia vietata da noi, vuole un altro – imperseguibile – reato «universale».

Nella passata legislatura il Pd ha già votato no (con M5s, variegati i voti del Terzo Polo, ma Mara Carfagna, all’epoca di Forza Italia, aveva presentato un testo uguale). E oggi continua a dire no. Contrari i cattolici anti gpa – tutti, Bazoli, Alfieri, Borghi – e naturalmente i laici anti gpa, come Walter Verini e Simona Malpezzi.

E come la senatrice Valeria Valente, che spiega: «Da femminista penso che sia una forma di sfruttamento del corpo femminile e delle donne più povere, un tentativo di cancellare il materno, in sostanza un’espressione contemporanea del patriarcato. La strada per agevolare il desiderio di genitorialità è una riforma dell’adozione per accelerare le procedure ed estendere la possibilità ai single e alle coppie dello stesso sesso». Per Valente, come per gli altri, farne un reato universale è «sbagliato e giuridicamente impraticabile». No netto e di tutti (e tutte) alla pdl Varchi, dunque. Ma questo no significa automaticamente sì di tutto il Pd alla nuova legge Zan?

Il deputato, che è anche il nuovo responsabile dei diritti in segreteria, non ha dubbi: spiega che «la discussione sulla gpa da parte della destra è strumentale e va respinta». Ma sui tre punti della sua legge spiega che «Elly Schlein ha vinto sulla base di un congresso, e nella sua mozione non c’è niente di più di quello che tutti i partiti socialisti d’Europa sostengono da tempo». Eppure non andrebbe sottovalutato, neanche in questa legislatura, il potenziale impatto della nuova legge Zan sul Pd; anche se come la precedente, ha scarse possibilità di essere approvata.

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