Oggi è stata identificata l’ultima vittima dell’alluvione in Emilia-Romagna, la quattordicesima. Si tratta di Giordano Feletti, di 79 anni. Trovato nel suo cortile di casa, a Faenza, secondo le cronache locali avrebbe voluto aiutare i suoi vicini di casa. Anche se la pioggia sta via via cessando, la situazione resta drammatica.

I dati ufficiali della regione parlano di più di 36mila persone che hanno dovuto lasciare la propria casa. La maggior parte, 27.775, nel ravennate, poi 4.830 in provincia di Forlì-Cesena e 4.012 nel bolognese. Quasi cinquemila sfollati vivono in albergo e nelle strutture allestite dai comuni: scuole, palazzetti e palestre. Gli altri hanno trovato sistemazioni alternative, seconde case, amici e parenti.

Il punto è stato fatto da Irene Priolo, vicepresidente della regione con delega alla Protezione civile che sin dal primo giorno si occupa di tenere sotto controllo la situazione. Ieri, ha comunicato, erano circa 1.200 i volontari in campo per portare soccorso alla popolazione. E proprio nei soccorsi, una tragica coincidenza: un elicottero che si stava occupando della linea elettrica ha dovuto ricorrere a un atterraggio di fortuna. Quattro feriti.

Vie e strade

Associated Press/LaPresse

Le immagini delle auto sommerse e delle strade piene di fango sono il racconto più vivido delle conseguenze delle piogge che hanno sconvolto la Romagna. Ieri è arrivato a Bologna il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e in occasione della visita sono stati quantificati con più precisione i danni. Sono oltre 500 le strade chiuse, totalmente o parzialmente.

Si parla di oltre 620 milioni di danni alle infrastrutture, tra rete viaria e ferrovie. Ed è solo una prima stima, molto sommaria, tenuto conto che manca gran parte della viabilità comunale.

Per quanto riguarda la parte di competenza di Anas (viabilità statale), a oggi si parla di almeno 100 milioni di euro. Per la parte delle ferrovie circa 105 milioni, di cui 90 per infrastrutture in capo a Rfi e 15 di competenza di Fer. Il presidente della regione, Stefano Bonaccini, non ha ancora quantificato la parte relativa ai danni delle imprese, ma ha confermato che è pronto un documento condiviso con i loro rappresentanti e con i sindacati da presentare a palazzo Chigi per fare fronte alle richieste più cogenti.

Salvini e Mattarella

Salvini ha anticipato che numeri più precisi saranno portati in Cdm e ha escluso che saranno utilizzati i fondi del Pnrr: «Un paese serio i fondi li trova». Verranno comunque messe in campo semplificazioni: «Alla ricostruzione occorrerà associare norme di emergenza, tutelando la trasparenza e la lotta la malaffare». Sull’ipotesi Bonaccini commissario non si è sbilanciato.

Il presidente della regione, dal canto suo, ha ricordato che verrà chiesto l’accesso al Fondo di solidarietà Ue e ha proposto comunque di verificare se una parte del Pnrr «possa essere riprogrammata alla stessa voce di spesa e spostata dove ci sono possono essere progetti già pronti o quasi».

Prima della conferenza stampa congiunta a cui ha preso parte anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Salvini è stato contestato da una delegazione di Potere al popolo. «Si devono vergognare Salvini e la destra che oggi esprimono cordoglio ma continuano a portare avanti le stesse politiche di cementificazione», ha detto al megafono il piccolo gruppo. Il video è stato pubblicato dallo stesso ministro sui suoi social, che ha detto che «in democrazia, cinque persone è un tasso accettabile».

In attesa che l’esecutivo intervenga, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo aver telefonato a Bonaccini nei giorni scorsi, ha parlato direttamente con i sindaci dei comuni più colpiti: Cesena, Faenza, Forlì e Ravenna. Ha offerto «solidarietà», hanno riferito i primi cittadini. «La vicinanza del capo dello stato – ha commentato il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca – è davvero molto importante, l’abbiamo sentita, negli scorsi giorni ci è stata trasmessa, e oggi ci ha dato ulteriore forza e coraggio»

Intanto, in più zone è stata confermata anche per oggi l’allerta rossa e arancione: non si tratta più solo della pioggia, ma anche dell’acqua che non defluisce. Si va dalla criticità idraulica alla criticità idrogeologica. Per quanto riguarda gli allagamenti, ai 58 segnalati ieri, se aggiungono altri nei comuni di Conselice, Lugo e Ravenna (zona nord). Per la prima volta la regione sta lavorando per invertire il corso del Canale Emiliano-Romagnolo: non più dal Po verso le campagne, ma dalle campagne verso il Po e l’Adriatico per far abbassare il livello dell’acqua. Il maltempo sta raggiungendo il resto dell’Italia e si aggiungono altre allerte meteo: gialla in Lazio, arancione in alcune zone di Piemonte e Sicilia, rossa tra Messina e Catania.

 

© Riproduzione riservata