La transizione ecologica

Eni vuole “convertire” Marghera rendendola un deposito di derivati del petrolio

  • L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha dato l’annuncio al sindaco di Venezia che chiuderà l’impianto petrolchimico di Porto Marghera che produce etilene e propilene. Poi lo ha comunicato ai sindacati.
  • Il pretesto è creare attività che producono meno CO2. Ma i sindacati spiegano: «Vogliono chiudere un pezzo della chimica italiana per farci diventare un deposito» di prodotti ugualmente inquinanti: un parco criogenico di Gpl (gas di petrolio liquefatto), più un deposito dei prodotti che vengono attualmente elaborati, derivati dal petrolio.
  • Contattata da Domani, Eni non smentisce: «Stiamo finalizzando il progetto». L’ansia dei sindacati resta: «Ci troveremmo con 345 occupati invece di 387». Inoltre temono per la chimica di base. Le sigle nazionali chiedono un incontro con Eni e il ministro Giancarlo Giorgetti.

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