Claudio Descalzi continua ad allargarsi: Eni insieme all’algerina Sonatrach sta ipotizzando un nuovo gasdotto Algeria-Sicilia, con la benedizione della presidente del consiglio Giorgia Meloni che sogna il piano Mattei, dal nome del fondatore della società del Cane a sei zampe.

Il progetto si legge tra le righe del comunicato diramato dopo l’incontro riservato che si è tenuto ieri ad Algeri con firma di accordo strategico ed è stato confermato dal presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. Tebboune ha detto che il gasdotto Algeria-Sardegna «era un ottimo progetto», ma a quanto si apprende al momento non è sul tavolo, mentre un nuovo gasdotto di collegamento con Minerbio sì: «L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, e l’amministratore delegato di Sonatrach, Toufik Hakkar, hanno firmato oggi ad Algeri accordi strategici che delineano i futuri progetti congiunti in materia di approvvigionamento energetico, transizione energetica e decarbonizzazione».

Attraverso questi accordi, «le società condurranno studi per individuare possibili misure di miglioramento della capacità di export di energia dall'Algeria verso l'Europa». L’energia è in realtà il metano. Meloni ha specificato: «Noi consideriamo l'Algeria un partner fondamentale per il piano Mattei per l'Africa, basato su un modello di collaborazione paritaria per trasformare le tante crisi anche in possibili occasioni».

Primo fornitore

La crisi è quella del metano russo. Nel 2021 Mosca ha fornito oltre 29 miliardi di metri cubi, nel 2022 il primo fornitore è diventato l’Algeria. Secondo i dati Snam l’Italia ha consumato 68,7 miliardi di metri cubi di gas. Dal conteggio di Nomisma per il Sole24Ore è emerso che la quota di gas proveniente da Mosca è scesa a 11,2 miliardi di metri cubi, il flusso proveniente dall’Algeria invece è cresciuto del 12 per cento, passando da 21,2 a 23,7 miliardi di metri cubi, e il paese è divenuto così primo esportatore.

Descalzi, ha commentato: «Questi accordi testimoniano il nostro impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di energia all’Italia, perseguendo al contempo i nostri obiettivi di decarbonizzazione. La partnership tra Italia e Algeria oggi è ulteriormente rafforzata ed è confermato il ruolo chiave dell'Algeria come uno dei principali fornitori di energia dell'Europa».

Collegamento strutturale

L’Italia è strutturalmente legata all’Algeria tramite il gasdotto Transmed-Enrico Mattei che può trasportare fino a 30 miliardi di metri cubi. Gli accordi sulle forniture, ha spiegato direttamente l’amministratore delegato, vanno sulle annualità, che sono state rispettate: sono stati dati più di 3 miliardi di metri cubi aggiuntivi l’anno scorso, altri 3 miliardi sono attesi nel 2023 «e poi altri ancora». Per l’ad «è davvero un partner strategico che sta aiutando molto l'Italia», ha concluso.

Adesso il gasdotto che approda a Minerbio potrebbe essere raddoppiato, in alternativa, qualora questa strada fosse troppo costosa, Eni e Sonatrach valuteranno un ampliamento dello stesso metanodotto o infine la combinazione tra liquefattori e rigassificatori.

Questo progetto di studio segue l’accordo per l’aumento della produzione futura, già concordato durante gli incontri di Descalzi con il ministro Luigi Di Maio e con le visite del presidente del Consiglio Draghi nel precedente esecutivo. Adesso dovrà adesso trovare adeguata capacità di trasporto. L’Algeria possiede infatti ingenti risorse di gas.

Sulle previsioni per l'azzeramento delle forniture di gas russo «sono positivo», ha detto Descalzi, il percorso potrà arrivare a compimento «nell'inverno 2024-25, direi che continuando così le cose andranno nel verso giusto», ha spiegato a margine della visita della presidente del Consiglio Meloni ai giardini "Enrico Mattei" ad Algeri inaugurati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’anno scorso.

L’hub del gas

I progetti ancora in fase di costruzione però vanno oltre quella data, con la speranza che il metano sia più di quello che serve all’Italia. Nei piani di Descalzi e del governo la penisola ha il "potenziale” per essere “un hub”, ovvero un punto di snodo da cui passa il metano diretto non solo verso l’Italia, ma anche a favore dell’Europa, ampliando ancora di più il mercato Eni. Prima però deve essere eliminato il «collo di bottiglia» per i collegamenti Sud-Nord ha spiegato Descalzi, e per questo si è già mossa l’altra partecipata, Snam.

La società che si occupa della rete gas proprio la settimana scorsa ha già lanciato un piano di espansione da 9 miliardi fatto di gasdotti e rigassificatori. L’anno scorso sono già state acquistati le navi rigassificatrici che dovrebbero andare a Piombino e a Ravenna, attese rispettivamente per maggio 2023 e per il terzo trimestre del 2024, ma soprattutto sta lavorando alla “linea Adriatica” che potrebbe essere pronta nel 2027. Per Descalzi non bisogna escludere nemmeno altri rigassificatori oltre a quelli in arrivo.

Eni infatti è già pronta anche con il gas liquido e si prepara ad aumentare le importazioni in Italia non solo dall’Algeria, ma anche da Egitto, Congo, Angola e Mozambico, tramite il trasporto via nave. La settimana scorsa Descalzi è andato a incontrare personalmente il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, e anche in questo caso il governo non ha fatto mancare il suo supporto: domenica si è recato in visita il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

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