L’inchiesta sui presunti dossieraggi dell’azienda milanese ha portato alla scoperta di una centrale gemella, situata a Roma, composta da hacker e figure a metà tra spie e imprenditori. Nel fascicolo aperto dai pm romani anche figure strategiche e di un certo peso negli apparati. Tante le domande senza risposta
Una rete segreta che ha condotto gli investigatori fino alle stanze dell’intelligence. È bastato scavare nelle attività degli “spioni” di Equalize, la società al centro dell’inchiesta meneghina sui presunti dossieraggi, per arrivare fino a Roma. È qui che la procura, come già raccontato da questo giornale, ha aperto un fascicolo sulla “squadra Fiore”, una centrale gemella rispetto a quella con sede all’ombra del Duomo di Milano, nonché composta da hacker e figure a metà tra spie e imprenditori.
Nel fascicolo a cui i pm capitolini stanno lavorando non sono indagati solo Carmine Gallo e Samuele Calamucci, attualmente agli arresti per l’inchiesta su Equalize. Ci sarebbero anche figure strategiche e di un certo peso negli apparati dei servizi. I detective dei carabinieri avrebbero trovato riscontri e collegamenti con ex agenti dell’Aisi e funzionari del Dis. Ma che natura hanno tali relazioni? E a che titolo uomini dei servizi e degli apparati dell’intelligence nazionale e straniera fanno capolino nelle attività dei due gruppi di “spioni”? Entrambe le inchieste sono tuttora aperte. Così come le domande che aleggiano su questa storia dalle ombre fittissime.
Intrecci societari
Da Roma a Milano, dunque, i collegamenti tra spioni e agenti segreti sarebbero moltissimi. Se sull’indagine della procura romana vige il massimo riserbo, su quella milanese sono le carte già depositate a parlare. Molte di queste fanno emergere intrecci societari che portano appunto a uomini di spessore, un tempo negli apparati di sicurezza del paese. Dagli atti si rileva anche il nome di Gabriele Edmondo Pegoraro, l’hacker che collaborava da “esterno” con la centrale di via Pattari e che è tra gli indagati dell’inchiesta stessa.
Diversi i lavori che Pegoraro ha svolto per il gruppo e per Enrico Pazzali, presidente autosospeso di Fondazione Fiera Milano e socio, insieme a Gallo, di Equalize. Nelle carte viene per esempio indicata «l’esfiltrazione delle chat di Dragoni, Gorno Tempini, Paoletti e Pons». Attività richiesta dallo stesso Pazzali, che monitora i suoi “avversari”, e che, oltre a quello di Pegoraro, ha visto «il pieno coinvolgimento di Carmine Gallo, Daniele Rovini e Lorenzo Di Iulio».
Pegoraro, quindi, lavorava all’epoca con Rovini e Di Iulio che risultano «stretti collaboratori» di Calamucci. Il primo è presidente della Skp servizi di sicurezza srl, attenzionata dalla procura di Torino. Il secondo, più volte definito dagli intercettati «il figlio del generale», agisce come procacciatore d’affari per lo stesso Rovini. Ma Pegoraro non lavora solo con la Skp: è chief innovation officer della società d’intercettazioni Bitcorp, che ha clienti d’eccellenza, dalle procure fino all’esercito e al ministero della Difesa.
La Bitcorp è «stata fondata – si legge negli atti – da due carabinieri in servizio almeno sino al dicembre 2022». Si tratta di Christian Fabio Persurich (non indagato) e Gianluca Tirozzi (non indagato). I due oggi non sono più nell’Arma. «Ex operatori di intelligence», scrivono sui loro profili.
Persurich in particolare aggiunge: «Esperienza ventennale nel contrasto ai fenomeni terroristici e nell’esecuzione di investigazioni complesse su crimini violenti». Entrambi, ha scoperto Domani, risultano titolari dell’Edera srl, società con 10mila euro di capitale sociale, di cui ha quote lo stesso Pegoraro, registrata come attiva, ma di cui non risultano tracce: il sito web è irraggiungibile.
Nel 2022, a ogni modo, Bitcorp è stata incaricata, proprio dalla procura di Torino, delle «attività tecniche» per un’indagine su alcuni soggetti legati a Skp che sarebbero in grado di «violare dispositivi telefonici, telematici, pc, tablet» per rubare informazioni. L’azienda ha affidato il compito a Pegoraro che tuttavia ha omesso di comunicare ai magistrati di essere in rapporti d’affari con le stesse persone e società sotto inchiesta.
In più, lo stesso Persurich, risulta ex socio, insieme a Gianluca Tirozzi, della Skp Global Intelligence, di proprietà dell’ex guardia del corpo di Berlusconi, Antonio Luca Tartaglia: società, quest’ultima, verso cui Equalize ha emesso fatture a maggio, luglio e novembre del 2019.
Sarebbe emerso, dall’analisi del cellulare di Pegoraro effettuata dalla procura torinese, una conversazione che infittisce il mistero. Persurich scrive a Pegoraro: «Hanno chiamato dall’Aise (l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ndr), domani vengono a Milano, abbiamo qualcosa da dargli?».
Altri misteri
Ma i misteri non finiscono qui. I rapporti del gruppo con i servizi non sembrano occasionali. Connivenze, presunte o reali con gli 007, emergono a più riprese. Di questo capitolo assai oscuro fa parte, come più volte raccontato da Domani, anche Andrea De Donno, indagato perché tra i «fornitori» di servizi al gruppo.
È De Donno a parlare della Lega di Matteo Salvini come un «cliente», una relazione politica tutta da approfondire. Come al vaglio degli investigatori sono gli affari dell’uomo. Affari che portano fino in Svizzera e negli Emirati Arabi, oltre che nelle stanze dell’Aisi.
De Donno, un tempo socio della società cancellata La loggia, è infatti l’amministratore della Altec Md srl, attiva a Milano nell’ambito della commercializzazione di materiale medico, nonché della Blusec sa, con sede a Lugano, che lavora nei settori dell’intelligence, della security e nella gestione finanziaria.
Blusec, secondo chi indaga, «fungerebbe da strumento di investigazione privata illecita attiva sul territorio italiano». E tra i partner della società svizzera c’è anche la Human consulting, che ha tra gli obiettivi quello di «contrastare azioni di intelligence» e tra i suoi membri vanta la presenza di Mauro Obinu: l’ufficiale dei carabinieri in congedo, assolto con l’ex generale Mario Mori dall’accusa di favoreggiamento aggravato alla mafia e già dirigente della presidenza del Consiglio dei ministri in servizio all’Aisi, appunto i servizi segreti interni. Semplici coincidenze? Ora saranno i magistrati, da Roma a Milano, a illuminare tutte queste zone grigie.
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