Il battesimo sarà alle amministrative di primavera. La sinistra «equologica», cioè verde e rossa, presenterà liste rigorosamente civiche a fianco di ogni candidato di centrosinistra a Torino, Bologna, Roma, Napoli. A Milano il discorso è già avviato e un pezzo avanti. Il sindaco Beppe Sala si è ricandidato, ma da tempo tiene un fitto dialogo, in città e fuori, con l’area rosso-verde che da mesi, in maniera carsica causa pandemia, sta organizzando le sue file. Su zoom le riunioni sono affollate, oltre le cento persone, ciascuna in rappresentanza di un territorio.

Sabato 12 dicembre il fiume affiorerà in un’assemblea nazionale digitale, «Equologica 2020» che viene definita «il primo passo per mettere insieme la sinistra, l’ecologia, il civismo che si è organizzato in questi anni attorno ad esperienze amministrative e sociali». Dal mattino si riuniranno con 44 tavoli tematici, 8 panel. A sera, una plenaria online. Temi chiave: crisi ecologica e sociale, Europa, libertà femminile, cambiamenti climatici, diseguaglianze. La domanda di fondo cui rispondere è: «Come costruire», non ricostruire, si sottolinea, «un’azione politica collettiva capace di rispondere ai bisogni della maggioranza, di non deludere l’aspirazione al cambiamento e all’innovazione?».



Un pacchetto di leader

Una delle novità è che non ci sarà un leader o una leader. L’iniziativa da quasi un anno è portata avanti da un pacchetto di mischia trasversale di deputati e deputate, amministratori, ricercatori, studiosi, attivisti. Fra loro c’è l’ex ministro Lorenzo Fioramonti (ex Cinque stelle, ora dell’associazione Green), poi Sinistra italiana (che in parlamento sta in Leu, che comprende anche Art.1, più sbilanciato verso il Pd), dunque Nicola Fratoianni, Betta Piccolotti, il sottosegretario Peppe De Cristofaro, la senatrice ambientalista Loredana De Petris. Nella Capitale c’è il movimento Liberare Roma e il suo portavoce Amedeo Ciaccheri.

A Bruxelles l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, indipendente nel gruppo Pd. A Bologna Federico Martelloni, consigliere comunale, ma è invitata anche Elly Schlein, vicepresidente dell’Emilia Romagna. A Latina il sindaco Damiano Coletta. A Napoli i movimenti post De Magistris. In Sardegna il riferimento sono i Progressisti di Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari ed ora capo dell’opposizione in Regione. Zedda spiega che «in Italia non c’è un partito della sinistra, ed è un vuoto da riempire prima di subito. Siamo l’unico paese senza una forza ecologista e di sinistra degna di questo nome». La forma organizzativa ancora non è decisa. Si punta a una «nuova soggettività politica» ma per ora si pratica una rete «plurale» fra le associazioni. Comunque «sabato si parte».

A chi ha anche troppa esperienza di partenze e ripartenze che non arrivano mai, stavolta, giurano, si fa sul serio. Il senatore Francesco Laforgia, dell’associazione èViva (nata da una costola di Leu) rivela che c’è già un appuntamento con il premier Giuseppe Conte, chE all’evento invierà un videomessaggio. A lui spiegheranno che la rete rossoverde considera il suo governo «il più avanzato possibile» ma che in parlamento dalle diverse postazioni, i deputati e i senatori non daranno una delega in bianco sul Next Generation Ue.

Una valanga di presenze

All’evento di sabato partecipa una valanga di ospiti. Sono, a vario titolo, interlocutori su questa nuova strada. Ci saranno, fra gli altri, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, la direttrice del programma di salute globale Nicoletta Dentico, i ministri Roberto Speranza, Gaetano Manfredi e Nunzia Catalfo. Nichi Vendola, Luciana Castellina, la presidente del Wwf Donatella Bianchi, quella di Green Italia Annalisa Corrado, il teorico dell’economia blu Guther Pauli, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, il vicesegretario dem Andrea Orlando, il leader delle sardine Mattia Sartori, Marilena Grassadonia già presidente delle Famiglie Arcobaleno, l’avvocata dei diritti Cathy La Torre. E ancora: David Sassoli, Fabio Massimo Castaldo, Eugenia Palop, parlamentare di Podemos, Susanna Camusso, il sindaco di Istambul Ekrem İmamoğlu dialogherà con quello Sala. Enrico Giovannini, Jean Paul Fitussi, Aboubakar Soumahoro. Poi un plotone di amministratori. La lista è monumentale.

«La rete è un luogo aperto», spiega Zedda, «Con l’ambizione di pensieri lunghi, e anche larghi» gli fa eco Smeriglio, «C’è bisogno di una rete plurale capace di coniugare ecologismo civismo e giustizia sociale». Il metodo di lavoro tenuto fin qui è «largo e partecipativo». Non è una ripartenza, perché una scommessa così trasversale fin qui, giurano, non è mai stata fatta. All’orizzonte c’è l’alleanza di centrosinistra ma in piena autonomia. La legge elettorale farà il resto. Buttandosi alle spalle la rissosità storica della sinistra radicale, che qui sarà solo una componente. Sembra la scommessa più difficile. Ma anche quella ormai data per scontata da tutti e tutte. (Si potrà seguire in diretta video web su equologica.com oppure su facebook.com/equologicaufficiale, ma anche sul sito di Domani).

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