Domani i nostri figli tornano a scuola. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha detto: «Abbiamo affermato un principio importante per tutti i bambini e ragazzi di questo paese, che è avere la scuola in presenza». Poi ha aggiunto: «Il contagio non è avvenuto nelle scuole. L'aumento dei casi è avvenuto in un momento in cui la scuola era chiusa». E qui non ci siamo.

Forse il ministro Bianchi dovrebbe ripassare il concetto di crescita esponenziale, e poi dare un’occhiatina ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, che mostrano che a dicembre, quando le scuole erano aperte, c’è stata un’impennata vertiginosa di casi di Covid soprattutto nei giovani sotto i 19 anni, proprio quelli che vanno a scuola, che si è arrestata nella settimana dopo Natale, quando le scuole, guarda tu il caso, erano chiuse.

Brutta la realtà quando smentisce i tuoi desideri. Le scuole non sono sicure: ci sono decine di studi scientifici che dimostrano che le scuole, un luogo dove trenta ragazzi scalmanati si assembrano per 5-8 ore, è un luogo perfetto per la diffusione di un virus che si trasmette per via aerea.

Il problema è la Dad o la famiglia?

Certe volte, a forza di sentire una cosa ripetuta ossessivamente, ci si abitua a considerarla una verità scontata. Per esempio, in Italia sentiamo ripetere con insistenza questa frase: «Se le scuole stanno chiuse i nostri giovani figli soffrono per colpa della Dad!» (Che sarebbe la didattica a distanza) «Le scuole devono rimanere aperte!»

È vero. tutti gli studi scientifici dimostrano che in questi ultimi due anni di lockdown, con le scuole chiuse, in quasi tutti i paesi del mondo tra i minorenni c’è stata un’esplosione di sofferenze e di disturbi mentali.

Tra i giovani c’è stato una enorme aumento di casi di disturbi d’ansia, di depressione, di istinti suicidari, di disturbo da stress post traumatico, di autolesionismo, di disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia. Ma siamo sicuri che sia proprio colpa della Dad?

La prima cosa che mi ha insospettito è che a sostenere con veemenza che sia la Dad a nuocere alla salute mentale dei giovani sono per lo più i genitori o gli insegnanti. La voce dei giovani non si sente mai.

Eppure, negli ultimi tre anni ho lavorato in cliniche del nord e del centro Italia dove erano ricoverati giovani sotto i vent’anni che soffrivano di disturbi psicologici e psichiatrici, specie disturbi del comportamento alimentare.

Ho trascorso il lockdown con questi giovani, parlato con centinaia di loro, e tutti mi hanno confessato che sì, il loro disturbo era peggiorato durante il lockdown, ma nessuno dava la colpa alla Dad o alle scuole chiuse. «E’ che mi è toccato restare più tempo chiuso in casa, in famiglia, con i miei genitori, e lì è nato il problema», mi hanno confessato in tanti.

Allora ho chiamato il mio amico Erik Kandel, psichiatra e premio Nobel per la Medicina, professore emerito della Columbia University di New York. «Qui sappiamo benissimo che il Covid minaccia la salute mentale dei nostri giovani, ma non diamo certamente la colpa alle scuole chiuse o all’insegnamento a distanza. Il Covid può peggiorare direttamente la salute mentale dei giovani in così tanti modi che non c’è bisogno di scomodare meccanismi astrusi».

Cosa minaccia la salute mentale 

Cosa dice la scienza? Ho consultato pubmed, la grande banca dati online che contiene tutti gli articoli scientifici pubblicati al mondo, e ho cercato quelli che avessero studiato gli effetti del Covid sulla salute mentale dei giovani. E ho fatto scoperte interessanti. Decine e decine di articoli dimostrano che il Covid minaccia la salute mentale dei giovani.

Il primo articolo, intitolato Il Covid sta scatenando un’emergenza per la salute mentale dei bambini, afferma: «Quando il Covid ha posto fine alla nostra vita di prima costringendoci alle chiusure, i medici si sono concentrati sui danni fisici immediati provocati dal coronavirus. Ma presto i pediatri hanno cominciato a pensare ai danni emotivi a lungo termine provocati dal Covid negli individui più vulnerabili: i bambini. La pandemia è un evento stressante di portata colossale».

 Hai i bambini a casa, lontani da scuola, i genitori spesso hanno difficoltà economiche, temono di perdere il posto di lavoro, nessuno può più socializzare. Le famiglie delle classi sociali più disagiate possono essere colpite più delle altre da ansia, depressione, dipendenze da alcol e droghe. «Questi stress possono essere particolarmente tossici per i bambin»i”

Un altro studio intitolato Orfani a causa del Covid dimostra che negli Usa più di 140.000 bambini hanno perso un genitore o un parente stretto a causa del virus, il che ha peggiorato la loro salute mentale.

Altri studi dimostrano che negli Usa tra i giovani al di sotto dei diciott’anni i tentativi di suicidio sono aumentati del 50 per cento, e che sono aumentati del 30 per cento i disturbi quali ansia, depressione e disturbo da stress postraumatico.

Problemi di casa

Quali sono le cause? Ci aiuta un articolo dal titolo La casa non è sempre un nido sicuro: la crisi di violenza domestica durante l’epidemia di Covid: la pandemia ha peggiorato la situazione economica e la salute mentale di molte famiglie, e durante le le chiusure è aumentato il numero di violenze domestiche commesse da genitori sui figli innocenti.

Decine di articoli dimostrano che le incertezze e le paure – di essere colpiti dalla malattia, di morire, di perdere lavoro e salario – hanno minato la salute mentale dei genitori, che spesso sono stati presi dallo stress, dall’ansia, dalla depressione, ma ciò ha provocato un netto peggioramento dell’ambiente famigliare che si è ripercosso negativamente sulla salute mentale dei figli. Sono le famiglie in difficoltà che danneggiano la salute mentale dei figli.

Cosa sappiamo della Dad

E la didattica distanza? Voi non ci crederete, ma ci sono solo tre articoli che descrivono l’effetto della didattica a distanza sui giovani durante l’epidemia di Covid. Un primo studio condotto negli Stati Uniti dimostra che la Dad può far peggiorare le prestazioni accademiche dei ragazzi, in matematica e nelle altre materie, ma non dice nulla delle loro sofferenze mentali. Un secondo studio, condotto su un vasto campione di studenti americani, dal titolo Gli studenti che frequentano la scuola a distanza soffrono da un punto di vista sociale, emotivo ed accademico, dimostra che gli studenti che frequentano la scuola a distanza vedono di sicuro peggiorare i loro risultati accademici in quasi tutte le materie scolastiche; invece, per quel che riguarda il loro benessere sociale ed emotivo, i ragazzi dalle elementari fino ai 16 anni di età non avvertono nessuna differenza tra il frequentare la scuola in presenza o a distanza: solo i ragazzi di 17-18 anni preferiscono la scuola in presenza perché, scrivono gli autori, quello è il periodo «in cui hanno bisogno di mantenere una relazione intima con i pari», cioè di stare assieme agli amici, o con il fidanzato o la fidanzata.

Nel Mezzogiorno

Infine c’è un grandioso studio di psicologi dell’Università di Napoli dal titolo La didattica a distanza nell’era del COVID-19: la percezione in sud Italia, che sembra un romanzo neorealista. Gli studiosi scrivono che a causa della povertà più del 20 per cento degli studenti non si poteva permettere un pc o Internet, e quindi erano esclusi dalla didattica distanza.

Poi, scrivono gli autori, per gli studenti durante la Dad «le relazioni con i pari e con gli insegnanti sono state percepite come identiche a quelle prima del lockdown». E qui viene il bello.

Durante il lockdown, «per quel che riguarda i livelli di ansia e di stress, i nostri dati hanno mostrato una tendenza alla diminuzione dei livelli di ansia in relazione ai compiti a casa, all’apprendimento e ai risultati scolastici. L’ansia diminuisce quando vengono offerte più possibilità di apprendimento».

Tipo che puoi anche copiare? Perciò, se studi in Dad, a casa, ti rilassi di più e ti diverti. 

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